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18 04 2024

Verso l’intelligence enterprise

“Bisogna introdurre il concetto di intelligence enterprise, intesa come AI che porta valore nelle attività di business”.

Lo ha detto Carla Masperi, AD di Sap Italia, in occasione della terza edizione degli Stati Generali dell’intelligenza artificiale, che sono terminati ieri al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

“Nelle aziende l’AI può essere di grande aiuto nel livello predittivo, per prendere decisioni e nell’autonomia delle attività più ripetitive”, ha proseguito.

 I tre requisiti dell’AI

Per essere efficace in questi contesti, l’intelligenza artificiale deve però avere tre requisiti ed essere:

  • responsabile;
  • rilevante;
  • affidabile.

Secondo Andrea Ronchi, Head of Datrix UAE Market, oggi l’AI è diventata pop grazie a ChatGPT, che conta su una grande mole di dati. Nell’intelligenza artificiale c’è però molta potenza computazionale anche nei casi in cui i dati sono pochi.

“Per essere efficace l’AI va declinata in contesti specifici e ci vuole, quindi, una conoscenza approfondita dei comparti”, ha aggiunto Antonio Cerqua, Cio di Almawave.

I rischi e i limiti

Quali sono, però, i rischi e i limiti dell’intelligenza artificiale? “Un rischio è quello di non tenere conto della contestualità dei dati – ha risposto Carla Masperi – Un altro aspetto da considerare è che è importante guardare con attenzione alle norme, per capire quali sono i confini entro i quali si può operare, ma questo non deve diventare un inibitore all’utilizzo dell’AI”.

“Il rischio può essere un investimento non proficuo – ha detto Andrea Ronchi – È quindi necessario avere delle conoscenze specifiche”.

Secondo Marco Taisch, presidente di Made Competence Center, per usare in modo efficace l’AI è necessario creare competenze adeguate ed avere una piena consapevolezza dell’uso che si deve fare della tecnologia.

La cultura del dato

Un esempio concreto di uso dell’intelligenza artificiale è arrivato da Mauro Toso, CIO di Bianchi Bicycles. “Abbiamo usato l’AI per realizzare un nuovo stabilimento e questo ci ha permesso di prevedere alcuni aspetti con un certo anticipo – ha raccontato – Ora stiamo ragionando su come introdurla per migliorare la Customer Experience”.

“L’AI spingerà le aziende a raccogliere i dati, cosa che finora è stato fatto poco – ha detto Marco Taisch – In Italia la cultura del dato non è ancora abbastanza diffusa, ma è fondamentale per accedere al mercato, gestire i clienti e offrire servizi migliori”.

“La tecnologia è oggi indispensabile, ma bisogna stare attenti al suo uso a tutti i costi – ha commentato Mauro Toso – Bisogna capire prima dove c’è un reale valore aggiunto senza muoversi solo spinti dalla ‘moda’”.

 Le applicazioni in ambito assicurativo

Laura Grassi, direttrice dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, ha sottolineato come l’AI venga oggi usata in vario modo in ambito assicurativo: ad esempio, per rispondere alle esigenze dei clienti esterni e interni.

“A volte si registrano annunci a effetto e poche applicazioni concrete – ha detto – In particolare, nell’uso dell’AI generativa bisogna imparare a fare le domande e capire se in qualche modo ci siano dei bias”.

Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania, ha ricordato che l’anno scorso il settore assicurativo ha investito sull’intelligenza artificiale circa un miliardo di euro. Questo è servito per migliorare i processi operativi, la personalizzazione delle polizze, la prevenzione e gestione del rischio (ad esempio, tenendo conto del cambiamento climatico), potenziare la Customer Experience e prevenire le frodi.

“L’AI migliora l’efficienza e consente di guardare al cliente a 360 gradi perché permette di gestire meglio i dati – ha spiegato Davide Consiglio, Country Data Officer di Generali Italia – L’intelligenza artificiale è utile anche per migliorare i sistemi di sicurezza delle black box e le applicazioni di gestione documentale”.

Il regolamento europeo sull’AI

Un altro aspetto affrontato durante gli Stati Generali dell’intelligenza artificiale è il regolamento europeo sull’AI, che diventerà legge. “L’aspetto fondamentale da considerare è l’implementazione – ha spiegato Brando Benifei, co-relatore del testo al Parlamento europeo – È necessario uno sforzo comune per arrivare ad avere istituzioni di supervisione nazionali efficaci, con competenza adeguate, con il coinvolgimento delle aziende e della pubblica amministrazione nell’AI Pact, il percorso di compliance anticipata volontaria della Commissione europea”.

“In Italia, però, ben un’azienda su due dichiara di non aver ancora usato l’intelligenza artificiale per automatizzare i processi – ha detto Andrea D’Onofrio, marketing lead for data & analytics di Microsoft Western Europe – Questo perché sono stati fatti pochi investimenti importanti e una delle cause è la forte presenza di Pmi. Con l’avvento dell’AI generativa, però, ora qualcosa sta cambiando, soprattutto in settori come retail e servizi finanziari”.

Intelligenza sostenibile

 “L’AI ha un ruolo anche nella transizione ecologica – ha detto Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura – Grazie all’intelligenza in futuro si sprecherà meno energia, i costi saranno inferiori e i servizi miglioreranno”.

“L’intelligenza artificiale permetterà di accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 – ha detto Ilaria Caprioglio, membro della Consulta ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) – Ma l’AI stessa deve essere già a monte sostenibile e questa è la grande sfida che ci troviamo ad affrontare”.

Massimo Chiriatti, Chief Technical & Innovation Officer di Lenovo, ha risposto con ottimismo a chi vede con timore lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

“L’AI può diventare un bene comune – ha detto – Non si capisce perché una nuova tecnologia così potente possa limitare l’umanità. Bisogna però puntare sulla formazione per permettere di capire gli aspetti non solo tecnici, ma anche culturali di questa innovazione tecnologica”.

L’intelligenza artificiale ridisegna il futuro della sanità

Con l’intelligenza artificiale si va anche verso una medicina personalizzata e predittiva, con un ampio usi di dati, che deve però essere trasparente e responsabile.

“Da una nostra indagine è emersa una grande concentrazione di progetti, con attenzione alla qualità del dato – ha detto Annamaria Di Ruscio, AD di NetConsulting Cube – L’impatto vero nel settore sanitario lo vedremo però quando l’uso dell’AI diventerà sistema. Oggi è soprattutto la diagnostica per immagini a essere molto sviluppata in questo campo”.

L’AI per mobilità sostenibile e Smart City

“L’intelligenza artificiale può essere utilizzata come supporto per le gestione di trasporti, territorio e ambiente – ha spiegato Antonio Puliafito Direttore Smart City Lab Cini (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) – Qualche esempio: a Firenze c’è una control room per gestire la mobilità della città e a Milano, in zona Lorenteggio, sono state installate telecamere per monitorare il flusso veicolare che eseguono algoritmi ed elaborano informazioni”.

“Per noi l’approccio data driven all’analisi della domanda è fondamentale per la sostenibilità economica e ambientale”, ha aggiunto Roberto Calise, responsabile Relazioni Istituzionali FLixbus Italia.

Carmela Tripaldi, responsabile Direzione Ricerca e Sviluppo Nuove tecnologie di Enac, ha spiegato che l’AI è un’opportunità per migliorare la sicurezza aerea. La Commissione europea ha già messo in atto programmi di ricerca che ammontano a oltre due miliardi di euro. L’obiettivo è usare l’intelligenza artificiale in vari ambiti: ad esempio, la gestione del traffico aereo, l’assistenza ai piloti e la progettazione degli aerei.

AI, dati e marketing

Angelo Di Gregorio, presidente della Società Italiana di Marketing, ha spiegato quali sono i tre punti fondamentali che cambieranno nel marketing con l’uso dell’AI generativa:

  • aumento della produttività (in particolare, la qualità del lavoro può aumentare di circa il 40%);
  • Customer Experience;
  • profilazione degli utenti.

“Oggi pensare a un sito Internet o a una piattaforma e-commerce uguale per tutti è anacronistico – ha detto Giorgio Finzi, CEO & Founder 4Gift – Con l’intelligenza artificiale si può personalizzare con tag in modo dinamico e automatico. In particolare, noi abbiamo realizzato un software basato sull’AI che rende più semplice la ricerca di un prodotto per un utente. Si possono così creare tanti siti quanti sono le persone che accedono alla piattaforma”.

 

 

 

 

 

 

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