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08 06 2020

L’evoluzione del touchpoint nell’epoca del social distancing

“Dopo l’emergenza Covid-19 si va verso the Low Touch Economy”. Lo ha detto Luisella Giani di Oracle, intervenuta oggi al Webinar “L’evoluzione del touchpoint nell’epoca del social distancing” organizzato da IAA – International Advertising Association.

Cosa caratterizza questo tipo di economia? “Il low touch è una via di mezzo tra l’high touch, che prevede una gestione umana delle relazioni, e il no touch, basato sul self-service e in cui tutto è automatizzato – ha risposto Luisella Giani – Esempi possono essere gli spazi per la produzione manifatturiera ridisegnati e i concerti virtuali, che cercano di offrire un nuovo tipo di esperienza”.

 

I trend: dall’home delivery ai pagamenti contactless and cashless

Questi sono alcuni degli aspetti fondamentali della Low Touch Economy:

  • maggiore attenzione al messaggio;
  • home delivery di tutto;
  • pagamenti contactless and cashless;
  • revisione del concetto di omnicanalità;
  • caring become first priority (molto forte nel mondo delle telco);
  • self-service awareness;
  • prosumer (consumatore che vuole partecipare all’innovazione).

Luisella Giani ha analizzato quello che è avvenuto nei giorni del lockdown. Il consumo di televisione in Italia è aumentato del 40,8%, in Spagna del 35,8% e in Francia del 32,5%, conquistando telespettatori tra i giovani. È interessante rilevare che, per informarsi, molti hanno dichiarato di fidarsi più della televisione che dei social.

Il 60% degli italiani ha detto di non apprezzare la pubblicità contaminata dal virus (soprattutto gli over 35), il 50% pensa che si sia esagerato ad adeguare i contenuti di advertising all’emergenza sanitaria e, a metà aprile, l’11% ha ritenuta inopportuna la pubblicità in quel momento.

 

Ripartono gli investimenti pubblicitari e si apprezza lo smart working

Un altro dato interessante è che dal 24 maggio si registra una ripartenza degli investimenti pubblicitari, soprattutto per automotive e turismo, con l’obiettivo di stimolare la domanda.

Secondo una ricerca di Whitelibro, il 75% di chi ha lavorato in smart working durante il lockdown vorrebbe continuare a farlo anche una volta terminata l’emergenza.

Secondo NetComm Forum in questo periodo si è assistito a una crescita esponenziale delle vendite online del settore del largo consumo pari al 120%, che dovrebbe assestarsi al 55% entro la fine dell’anno.

Il lockdown ha portato a cambiamenti nei comportamenti e nelle attitudini delle persone tra cui:

  • aumento dell’e-learning;
  • maggiore attenzione alla sostenibilità di prodotti di qualità;
  • aumento dell’intrattenimento online;
  • più tempo dedicato alla casa.

 

Il digital divide, una barriera da superare

Un aspetto da sottolineare, che è emerso ancora di più in questo periodo, è il digital divide che ancora esiste in Italia. Solo una famiglia su quattro ha un pc o un tablet e, secondo i dati Istat, esiste ancora un divario di 60 punti tra piccole e medie imprese. Inoltre, il 59% delle grandi aziende investe sulla formazione Ict, mentre il dato scende al 17% tra le Pmi.

Cosa avverrà in futuro? “La maggior parte degli esperti prevede una curva a U, ma con una ripresa lenta – ha risposto Luisella Giani – Secondo i dati Ipsos ci saranno molte differenze a seconda dei settori merceologici, con una ripartenza veloce per skin care, make up, integratori alimentari, più graduale per beni di lusso, viaggi, ristoranti e pub, mentre sarà piatta per prodotti confezionati a lunga durata, pronti da consumare e congelati”.

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