12 07 2021
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“La pandemia ha formato nelle aziende soprattutto una maggiore consapevolezza dell’importanza del digitale”. Lo ha detto Riccardo Mangiaracina del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Il ruolo dell’Italia nelle catene globali del valore: trend in atto e potenziale dell’e-commerce”, che si è svolto nei giorni scorsi in collegamento streaming.
“Sfatiamo quello che è ormai un luogo comune: il Covid non ha stravolto l’e-commerce che, anzi, se non ci fosse stata la pandemia sarebbe cresciuto anche di più. La pandemia ha infatti portato al crollo di diversi servizi online, basti solo pensare al turismo – ha spiegato Mangiaracina – Nell’ambito dei prodotti è vero che ci sono stati passi avanti, ma senza stravolgere nulla. A cambiare è stato invece l’approccio delle imprese nei confronti delle opportunità offerte dalla digitalizzazione”.
Il marchio di qualità “Sdoganato in Italia”
Secondo Betty Schiavoni di Alsea (Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori) siamo di fronte a un periodo storico cruciale. Bisogna rendere il Paese più attrattivo per gli investimenti, puntare sul made in Italy, che va salvaguardato e valorizzato.
“In Italia ci sono molti controlli alla dogana per prodotti importati che non rispettano le regole dell’Unione europea, cosa che non avviene in altri paesi – ha detto – Bisognerebbe quindi creare un marchio di qualità ‘Sdoganato in Italia’, che sia garanzia di sicurezza e valorizzi l’eccellenza della dogana italiana”.
Il ruolo crescente della tecnologia
È importante capire qual è il ruolo dell’Italia nell’economia internazionale. Lucia Tajoli del Politecnico di Milano ha detto che, a livello globale, per il 2021 le previsioni sono di un ampio recupero, con una crescita del 6% rispetto al 2020. In Europa, la ripresa sarà sostenuta, ma l’Italia non sarà tra i paesi più brillanti. In ogni caso, la stima per quest’anno della crescita del Pil italiano è del 4%.
“Negli ultimi 12 mesi il commercio mondiale ha avuto un rimbalzo significativo, ma c’è incertezza sui trend futuri – ha spiegato Lucia Tajoli – In generale, l’Italia ha seguito l’andamento del commercio mondiale, con una brusca caduta e una rapida ripresa. Bisogna comunque considerare che non usciremo dalla pandemia nello stesso modo in cui ne siamo entrati e assisteremo a un ruolo crescente della tecnologia”.
L’impatto sulle attività logistiche
Maria Giuffrida del Politecnico di Milano si è soffermata sul potenziale dell’e-commerce. Nel 2020, in Italia l’export digitale b2c è stato di 13,5 miliardi di euro (+14,4%). Da una ricerca del Polimi emerge – da quando è iniziata la pandemia – un ruolo sempre più importante dei canali digitali e questo ha portato a un impatto anche sulle attività logistiche. Il futuro sarà caratterizzato da:
- design del network distributivo modificato;
- omnicanalità (gestione del doppio canale in mondo sinergico);
- outsourcing, che coinvolgerà attività anche di tipo strategico.
Il fenomeno del reshoring
Stefano Elia del Politecnico di Milano ha parlato delle prospettive future sulle catene globali del valore. I possibili macro-trend sono:
- tecnologie digitali in sviluppo;
- politiche economiche restrittive;
- sostenibilità economica ed ambientale.
“Un fenomeno interessante è il reshoring di aziende che si ricollocano nel nostro Paese dopo aver prodotto all’estero”, ha concluso Elia. Un aspetto che, se sostenuto da politiche adeguate, porterà benefici all’economia italiana.
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