30 07 2019
Take
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“Una pubblicità illecita rischia un’ingiunzione da parte dell’Autorità garante della concorrenza del mercato, dal Giurì o da un tribunale. È quindi fondamentale rispettare dei principi base”, ha spiegato Gianluca De Cristofaro, partner di Lca Studio Legale.
Le regole fondamentali della buona pubblicità? Rispetto della persona e delle convenzioni civili
I principi base da seguire sono rispetto della dignità della persona e delle convenzioni civili, divieto di violenza, volgarità, indecenza e sfruttamento di temi destinati a rimanere circoscritti nell’ambito del privato, divieto di discredito della pubblicità e di istigazione a comportamenti contrari alla sicurezza.
“La pubblicità ingannevole non è ammissibile – ha aggiunto De Cristofaro – non si può indurre in errore il consumatore medio sulla natura del prodotto, su pregi e caratteristiche difformi da quelli reali, risultati ed effetti di prodotti e servizi. Le affermazioni di unicità sono ammesse, ma è necessario si sottopongano alla prova di verità”.
Per quanto riguarda le note degli spot devono essere integrative e non correttive, non ci deve essere “affollamento” del testo, il tempo di permanenza bisogna sia sufficiente, non è consentito un invito generico a rivolgersi a fonti informative (vige un principio di autosufficienza informativa).
Pubblicità comparativa sì, ma regolamentata
E la pubblicità comparativa? In Italia è consentita ormai già da qualche anno, ma a tre condizioni:
– non deve essere ingannevole;
– occorre sia relativa a servizi omogenei;
– bisogna confronti caratteristiche essenziali e non deve creare discredito.
“La pubblicità è necessario sia sempre palese e riconoscibile, non occulta – ha concluso De Cristofaro – Anche nel caso di celebrity, influencer e blogger vale la regola che va sempre esplicitata con diciture chiare”.
L’evento sui rischi della pubblicità è stato seguito da Take, che da sempre ha tra i suoi core value fondamentali la trasparenza.
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