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22 03 2024

Dieci buone regole per i bilanci di sostenibilità

Il 94% degli investitori non si fida dei bilanci di sostenibilità. Il dato emerge dal report Global Investor Survey pubblicato da PwC.

Cosa fare per vincere questa diffidenza? Le risposte sono arrivate da ARB S.B.P.A. (Servizi Consulenza Sviluppo Sostenibile Aziendale), che propone un decalogo da seguire pubblicato sull’inserto economico del Corriere della Sera. 

Il decalogo

  1. mappatura rischi e opportunità (prima di redigere un bilancio di sostenibilità bisogna eseguire un check up serio e professionale e una mappatura dettagliata circa il perimetro, i possibili rischi e i focus chiave del report);
  2. potere dei dati (utilizzare dati basati su un approccio scientifico di evidenza, misurabili con riferimenti e strumenti oggettivi riconosciuti);
  3. no a fretta e improvvisazione (sono necessari dai quattro ai sei mesi, senza fretta e superficialità);
  4. omissione vietate (non omettere eventuali obiettivi non raggiunti perché in vaso di chiarimenti c’è un rischio reputazionale);
  5. stakeholder on board (bisogna coinvolgere gli stakeholder sui temi chiave, da ingaggiare con modalità diversificate);
  6. infografiche in aiuto (scegliere immagini che che rendano immediati i dati tecnici);
  7. più di una presentazione aziendale (considerare che il bilancio di sostenibilità è uno strumento di gestione organizzativa ed economica, che sottolinea sia i rischi sia le potenzialità);
  8. rispetto delle regolamentazione europea (in particolare, della direttiva CSRD);
  9. il mercato batte l’obbligo di legge (non c’è obbligo per tutte le aziende, ma il mercato lo chiede);
  10. learning by doing (spesso è necessaria la nascita di un Comitato di sostenibilità all’interno delle aziende).

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