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25 07 2024

Vacanze sempre più sostenibili, ma attenzione all’overtourism

In Italia, aumenta il numero delle persone che sceglie vacanze sostenibili: il 27% cerca questo genere di soluzione, il 23% dichiara di decidere la destinazione in base alla sua sostenibilità e il 28% organizza i viaggi considerando l’impatto ambientale.

Lo rivela una ricerca realizzata da Altroconsumo in collaborazione con Ipsos, che evidenzia anche un altro aspetto di cui si parla meno: l’overtourism, salito alle cronache recentemente in Spagna per le proteste di alcuni abitanti di Barcellona e delle Baleari. Ma anche in Italia se ne è discusso, soprattutto per la situazione di Venezia.

Limitare gli accessi?

Nel nostro Paese il problema dell’overtourism è conosciuto molto bene dal 31% delle persone intervistate e a grandi linee dal 38%, mentre il 13% non sa cosa sia.

Il 63% pensa che il problema di fondo non sia tanto il numero, ma la poca educazione delle persone che non rispettano i luoghi che visitano. Di conseguenza, il 56% sarebbe favorevole a una limitazione degli accessi nei momenti più critici dell’anno.

Basti pensare che, secondo il rapporto “Tourism Forecast Summer July 2024” dell’Istituto Demoskopika, solo a luglio in Italia sono stimati oltre 18 milioni di arrivi, con una crescita dell’1,5% rispetto all’anno scorso.

Questo ha ripercussioni economiche positive, grazie a una spesa prevista di 17,9 miliardi di euro (+3,2%), ma anche aspetti che richiedono una gestione adeguata, a partire proprio dal rischio di overtourism, diventato una minaccia anche per la qualità dell’esperienza turistica.

Le città a maggior rischio di affollamento

Demoskopika ha realizzato un Indice complessivo di sovraffollamento turistico (Icst), da cui risulta che le città italiane con il maggior rischio di affollamento turistico sono – oltre a Venezia – Rimini, Bolzano, Livorno, Trento, Verona e Napoli.

Chi dovrebbe occuparsi di affrontare il problema? Per il 51% delle persone intervistate le Regioni e per il 29% i Comuni, mentre riscuote meno consensi l’idea che debba intervenire il Governo centrale.

Investire su progetti educativi

Qualcosa si è già iniziato a fare, pur tra opinioni spesso contrastanti. A Venezia, ad esempio, è stata avviata una sperimentazione annuale di ingressi a pagamento e su prenotazione. Per ora sono state previste trenta giornate al costo di cinque euro, che si concentreranno in momenti di picco come il Carnevale e la Mostra del cinema.

Dal primo giugno di quest’anno, inoltre, i gruppi sono limitati a 25 persone, circa la metà della capienza di un autobus turistico, ed è vietato l’uso di altoparlanti.

Anche in altre località turistiche si è iniziato a prendere delle contromisure: Portofino ha creato delle “zone rosse” per ridurre l’affollamento e nella baia di Portonovo del Conero è stata istituita una zona ad accesso controllato.

In Sardegna, alcune spiagge, come Cala Coticcio, La Pelosa a Stintino e Cala Brandinchi, prevedono un numero chiuso tramite prenotazione via app.

In generale, secondo l’indagine di Demoskopika, il 42% delle persone pensa che interventi adeguati, come proprio la limitazione degli accessi, avrebbero nel lungo periodo ripercussioni positive sulla sostenibilità.

Ma al di là delle limitazioni, già nel breve periodo è indispensabile investire su progetti educativi, per favorire un turismo più etico e responsabile nell’interesse generale.

 

 

 

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