17 01 2020
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“Oggi tutti hanno accettato la sfida della blockchain, ma è ora di sbloccare il valore dell’Internet of Value”. Lo ha detto Valeria Portale del Politecnico di Milano in occasione della presentazione dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, che si è svolta oggi al Campus Bovisa.
“L’Internet of Value è l’insieme di tutte le piattaforme e applicazioni di Distributed Ledger basate su reti digitali e di modi, che abilitano il trasferimento di asset di valore – ha premesso – Nel 2019, il mercato si è concentrato sullo sviluppo di piattaforme e molti hanno lavorato al miglioramento delle performance. In particolare, sono ora in arrivo nuove piattaforme general-purpose promosse dai grandi attori del Web: Facebook ha annunciato Libra e Telegram Ton”.
Anche le istituzioni investono su questa tecnologia e l’Europa – con Stati Uniti e Asia – è in prima fila con la EBSI (European Blockchain Service Infrastructure). Le aziende si concentrano ullo sviluppo di nuove piattaforme application-specific, ma il loro numero è ancora molto ridotto in tutto il mondo.
Il settore finanziario prevale
Le applicazioni sono relative soprattutto a settori come Finance (42%), Government (16%) Agri-Food (10%) e la tecnologia viene usata in prevalenza per pagamenti (28%) e Data & Document Management (27%). Nel 65% dei casi chi ha creato applicazioni ha realizzato anche nuove piattaforme.
In prospettiva i token, che con la blockchain possono essere scambiati in modo sicuro e senza intermediari, svolgeranno un ruolo fondamentale nella creazione dell’Internet of Value.
Per favorire l’evoluzione della nuova tecnologia nei prossimi mesi sarà necessario chiarire la regolamentazione, consolidare le piattaforme e sviluppare le applicazioni.
Secondo Francesco Bruschi del Politecnico di Milano, una delle parole d’ordine sarà la decentralizzazione. Le applicazioni che “girano” sulla blockchain sono infatti decentralizzate, hanno un codice visibile (ma immutabile), e si chiamano Dapp.
“Le Dapp crescono e continueranno a farlo nei prossimi anni – ha detto Bruschi – Questo riguarda soprattutto il settore finanziario in cui chiunque può potenzialmente creare degli strumenti che, grazie alla blockchain, sono affidabili”.
Un altro tema legato alla blockchain è quello dell’identità. Tra principi base ci devono essere controllo, accesso e trasparenza. Per soddisfare tutto questo bisogna basarsi sui certificati e un sistema claim-base-identify offre vantaggi come, ad esempio, avere certificazioni senza svelare i dati personali.
Investire e sperimentare per sviluppare la tecnologia
Ma quanto vale il mercato italiano della blockchain? Il nostro Paese è sesto al mondo, dopo Stati Uniti, Corea del Sud, Cina, Giappone e Regno Unito. Nel 2019, gli investimenti sono stati pari a 30 milioni di euro, il doppio rispetto all’anno precedente, ma è ancora troppo poco. Il maggior fermento si registra in settori come agri-food, finance, government e insurance.
“In Italia le aziende sono ancora lontane da una piena consapevolezza delle possibili applicazioni della blockchain – ha concluso Valeria Portale – Tra le imprese più grandi esiste una maggiore sensibilità, ma persistono ancora barriere dovute a fattori come il livello di conoscenza, le competenze e l’allocazione delle risorse”.
Cosa fare? Bisogna evitare la creazione di numerosi ecosistemi chiusi, interagire con le piattaforme già esistenti, puntare sulla conoscenza della tecnologia, avere il coraggio di investire e sperimentare.
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