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17 02 2025

Trasformare l’inclusione in realtà con il linguaggio

“L’allenamento del linguaggio può trasformare l’inclusione in realtà e consente a tutte le persone di partecipare al cambiamento”. Lo ha detto Marco Di Marco di IDNTT, intervenuto al convegno “Oltre le differenze: un’alleanza per trasformare il futuro”, che si è svolto al Senato della Repubblica.

“Spesso si parla di uguaglianza, ma bisogna invece esaltare la diversità e l’originalità, perché solo così si arriva a un trattamento equo – ha proseguito Di Marco – Il linguaggio è fondamentale, ma ha un nemico: il pregiudizio inconscio, che deriva dalla cultura e dall’educazione di ogni persona, ed è su questo aspetto che bisogna lavorare. Con diversi partner abbiamo così realizzato un Osservatorio sul linguaggio consapevole e inclusivo, che può allenare le persone a scegliere le parole più adatte”.

Le aziende oggi sono in prima linea sul tema dell’inclusione, anche perché conviene, e diffondono al loro interno questo tipo di cultura per combattere i pregiudizi. Bisogna però essere attenti ai rischi del pinkwashing e partire sempre dal pensiero, che è quello che conta.

Insieme per fare la differenza

Luciana De Laurentiis di Fastweb-Vodafone è partita da un’immagine di Ginger Rogers, che doveva fare tutti i passi di Fred Astaire all’indietro e con i tacchi, per chiedere provocatoriamente: “E se la sfida di genere fosse questa?”.

“Per fare dei passi avanti è necessaria un’alleanza non solo tra generi, ma anche tra generazioni – ha detto – L’Italia ha l’unica Costituzione che ha inserito il tema del lavoro già nel primo articolo. Lavorare consente alle donne di esercitare un’influenza anche a un modello superiore e cambiare il modello di Paese”.

Per fare questo è necessario il terreno fertile delle aziende, ma devono essere le persone a diventare protagoniste. Le imprese possono però divulgare all’interno e all’esterno, alleandosi anche tra loro.

“È necessario pensare a un’alleanza basata non sul rispetto della policy, ma sul riconoscimento reciproco – ha spiegato Luciana De Laurentiis – Insieme si può fare la differenza”.

Ogni persona può fare la differenza

“Ci vuole un’alleanza tra tutte le persone che possono nutrire dalle radici il significato della rappresentanza – ha ribadito Carola Salvato di Global Women in PR – È necessaria un’unità di intenti per andare oltre le differenze e trasformare il futuro”.

Il ruolo della politica

Bettina Giordani ha presentato l’attività di Inclusione Donna, un esempio concreto di alleanza che è necessaria perché il cambiamento non può avvenire in modo frammentato.

“Ci impegniamo per l’occupazione e la rappresentanza femminile – ha spiegato – Grazie al nostro impegno si è arrivati all’introduzione dei parametri Uni per ottenere la certificazione sulla parità di genere nelle aziende. È ora importante arrivare alla valutazione dell’impatto di genere ed evitare il pinkwashing. Abbiamo una responsabilità: non restare spettatori, ma diventare protagonisti del cambiamento. Ogni persona può fare la differenza”.

Marinella Citelli Francese, del Women Economic Forum, ha detto che sono la storia e la cultura ad aver creato le differenze. Queste disuguaglianze vanno combattute parlando di diritti e anche di doveri, senza dare mai per scontata qualunque conquista.

Da più parti è stato sottolineato che la politica deve fare la sua parte, anche con interventi legislativi, per favorire la parità di genere e una cultura attenta a questo tema.

Contrastare la violenza economica

Salvo La Mantia, amministratore delegato di Manifattura Tabacchi, ha raccontato l’esperienza di questa azienda di Chiaravalle come primo welfare europeo. A fine ‘800 circa duecento sigaraie si trovarono in difficoltà a conciliare il ruolo di madre con il lavoro. Manifattura Tabacchi creò così al suo interno un kinderheim, un giardino d’infanzia per ospitare e sorvegliare i bambini.

A Chiaravalle nacque anche Maria Montessori, che riuscì a fare un viaggio a Berlino per presentare il suo metodo educativo grazie a queste sigaraie, che si autotassarono per pagarle il viaggio.

“Come donne dobbiamo smettere di lamentarci per affrontare invece le questioni fondamentali, a cominciare dalla violenza economica – ha detto Rita Palumbo di Manageritalia Executive Professional – Occorre affrontare il problema del gender gap a livello istituzionale”.

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