30 03 2022
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“Lavorare bene, lo smart working come alleato”. Questo è il titolo del white paper pubblicato da Cefriel, fondato nel 1988 da università, imprese e amministrazioni locali per promuovere la collaborazione tra ricerca, tessuto economico e società.
Quattro regole da seguire
Uno studio da cui emergono alcuni aspetti fondamentali da affrontare nel lavoro agile del new normal, che consistono nel ripensare:
- gli spazi (con luoghi per interazioni e isolamento, isole progettuali);
- i tempi di lavoro;
- il valore delle relazioni (da mantenere anche a distanza);
- la leadership (che dovrà sempre di più essere generativa, empatica, attenta allo sviluppo e al benessere delle persone).
Il punto fondamentale dovrà essere l’equilibrio: tra lavoro e vita privata, tra attività svolta a distanza e in presenza. Questo per poter cogliere tutti gli aspetti positivi dello smart working e ridurre quelli negativi, come ad esempio il rischio di isolamento.
Costruire soluzioni “su misura”
“Far lavorare bene le persone, anche attraverso lo smart working, è impegnativo, sia per le piccole realtà imprenditoriali che per quelle di più grandi dimensioni. È richiesto, infatti, ascolto costante delle esigenze dei singoli e capacità di costruire soluzioni ‘su misura’, che possano bilanciare necessità aziendali con bisogni delle persone che lavorano – si legge nelle conclusioni del rapporto di Cefriel – Occorre, in ogni momento, raggiungere dei compromessi, come quello che vede, da
una parte, la necessità di includere le persone in ogni attività aziendale, e, dall’altra, il bisogno di non invadere spazi di libertà individuale e familiare. Non esiste (probabilmente per fortuna) una ricetta pronta o una verità assoluta da poter ingerire e fare propria. Esistono tanti percorsi diversi tracciati da altri dai quali si può apprendere qualcosa da sperimentare nel proprio contesto aziendale”.
Dati e ricerche