31 10 2019
Take
more.
In Italia gli smart worker sono diventati 570mila e nel 2019 sono aumenti del 20% rispetto all’anno scorso. Lo rivelano gli ultimi dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano presentati ieri al Campus Bovisa.
Dalla ricerca emerge che il 76% degli smart worker è soddisfatto del proprio lavoro, una percentuale più alta rispetto agli altri dipendenti, che si fermano al 55%. Tra le grandi imprese, oltre una su due ha già avviato un progetto di Smart Working e il 5% prevede di farlo entro un anno.
La percentuale scende tra le Pmi al 12%, ma è un dato comunque in crescita rispetto all’8% di un anno fa. A preoccupare è però il dato elevato, e in aumento, delle aziende disinteressate al tema, che passano dal 38 al 51%.
Segnali di crescita anche nella Pubblica amministrazione, dove il 16% (erano l’8% un anno fa) delle Pa ha già avviato progetti di Smart Working.
I pro e i contro dello Smart Working
Ma quali sono i benefici riscontrati da questa scelta? Maggiore equilibrio tra vita professionale e privata (46%) e più motivazione (35%). Non mancano però anche gli aspetti negativi: le difficoltà a gestire le urgenze, a utilizzare le tecnologie e a pianificare il lavoro, l’isolamento, la mancanza di comunicazione.
Dati e ricerche