04 09 2024
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Sei inserzionisti su dieci sono preoccupati per la brand safety in ambito programmatic. Il timore è, infatti, che i marchi compaiono in contesti inappropriati o poco sicuri.
Il dato è il risultato di un’indagine condotta da Ana e Adalytics pubblicata nell’ultimo rapporto di Warc (World Advertising Research Center).
Occorre più trasparenza
Secondo Ana (Association of National Advertisers), i siti che usano “Titoli sensazionalistici, clickbait e contenuti provocatori per attrarre visitatori e generare visualizzazioni di pagina” sono il 21% del totale delle programmatic advertising impressions e rappresentano il 15% della spesa.
Nonostante questo, sono ancora troppo pochi gli inserzionisti e le agenzie che prendono adeguate contromisure per migliorare la trasparenza delle loro campagne pubblicitarie programmatiche.
Ripartire dall’informazione
Circa la metà degli inserzionisti ha stipulato contratti diretti con i principali partner della supply chain e solo il 39% verifica prima e dopo l’offerta.
Bisogna quindi ripartire da un’adeguata informazione sulla qualità dei media acquistati nelle campagne di programmatic e comportarsi poi di conseguenza.
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