07 08 2024
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È disponibile online il programma completo del Festival della Comunicazione 2024, in programma da giovedì 12 a domenica 15 settembre a Camogli, che quest’anno ha come titolo “Speranze“.
Sul sito www.festivalcomunicazione.it è così possibile trovare di nomi di oltre 150 relatrici e relatori che parteciperanno a diversi eventi suddivisi in lectio, spettacoli, dialoghi, passeggiate e laboratori.
Interventi di richiamo
A inaugurare il Festival, nel pomeriggio di giovedì 12 settembre, saranno tre lectio tra
presente, passato e futuro, portate sul palco da Aldo Cazzullo, che racconterà “La speranza italiana”, Nello Cristianini che si focalizzerà sulla “Machina sapiens” come
storia di un incontro, quello tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale e Sahra Talamo, con un intervento dal titolo “Oltre i confini del tempo”.
Diversi i nomi di richiamo previsti nel programma, tra cui Stefano Allievi, Alessandro Barbero, Francesco Carofiglio, Annalisa Corrado, Massimo Giannini, Cinzia Leone, Neri Marcorè, Stefano Massini, Enrico Mentana, Gino Paoli, Massimo Scurati, Beppe Severgnini e Mario Tozzi.
Nuovi orizzonti
“Quando grandi personalità provenienti da mondi anche distanti, con punti di osservazione unici, conoscenze, esperienze e storie diverse si incontrano, le intuizioni si trasformano in idee, si materializza l’inaspettato e si aprono nuovi orizzonti possibili. È quello che ogni anno succede a Camogli, è il modo con cui il Festival della Comunicazione guarda al futuro e alimenta le speranze”, ha detto il direttore del Festival Danco Singer.
“In un momento storico in cui, dai luoghi più distanti a quelli più prossimi, aumentano i motivi di preoccupazione, il nostro modo di offrire speranza passa attraverso la cultura in tutte le sue forme, attraverso il dialogo, il confronto e la riflessione, per una festa della cultura che guardi al futuro con atteggiamento costruttivo, proattivo, concreto e positivo”.
Ascoltare la speranza
“In un momento così drammatico, in cui sembra di essere ritornati indietro di secoli con scenari apocalittici di epidemie, guerre e carestie, non dovremmo preoccuparci solo di ciò che abbiamo sbagliato, ma di quanto è ancora possibile fare- ha spiegato la direttrice del Festival Rosangela Bonsignorio – Ascoltare la speranza più della paura è forse l’unico modo per evitare, ancora una volta, di precipitare nell’abisso. Il senso di un Festival dedicato alle Speranze, una sorta di rito collettivo che respira di vita e di passione e che unisce agli incontri anche spettacoli, mostre, viaggi nella natura e nella storia e attività per tutte le età, è la convinzione che il pensiero sia capace di illuminare ogni epoca, tanto più quella che stiamo vivendo”.
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