29 04 2021
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Ieri al BC&E Festival si è discusso del presente e del futuro del branded entertainment in ambito televisivo e di come la pandemia abbia cambiato in poco tempo quelli che sembravano approcci consolidati.
Il ruolo della comunicazione valoriale
“Con il primo lockdown dell’anno scorso gli ascolti televisivi hanno registrato dei picchi e la tv è tornata a essere al centro della fruizione familiare – ha detto Pietro Enrico di Mediaset – Di conseguenza, abbiamo intensificato il lavoro sulla parte di informazione, ma anche sull’intrattenimento per cercare di alleggerire un po’ il contesto difficile”.
Enrico ha spiegato che con la pandemia i brand si sono aperti alla comunicazione valoriale, che prima non aveva un ruolo così importante. Un altro fenomeno a cui si assiste oggi è quello degli OTT che seguono un po’ i modelli della televisione di flusso, e viceversa, mentre in futuro si può prevedere un generale aumento della concorrenza.
Le storie ripetute colpiscono di più
Laura Corbetta di YAM112003 ha spiegato come sia stato difficile, ma anche stimolante, girare degli spot durante il lockdown con riprese da remoto, uso di materiale d’archivio, evoluzione del linguaggio e sforzo creativo.
“I brand devono essere aiutati a capire che i contenuti hanno delle regole – ha detto Laura Corbetta – Ad esempio, le storie ripetute sono più efficaci. E oggi i contenuti possono essere degli asset tangibili su cui investire nel tempo”.
Le storie sono un’opportunità da valorizzare
Per Michele Arlotta di Discovery la comunicazione dei brand segue dei cicli e ora è il momento della comunicazione valoriale, che ha favorito il branded content. “Dopo il lockdown abbiamo dato spazio alle aziende per raccontare come hanno reagito alla crisi e tramutato i problemi in opportunità, un’idea che ha avuto molto successo – ha detto Arlotta – Oggi il contenuto è tornato ad avere un ruolo centrale e le storie rappresentano sempre di più una grande opportunità”.
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