31 08 2020
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Il 25% dei prodotti italiani in vendita nei supermercati sottolinea la loro origine “Made in Italy“. Lo rivela l’Osservatorio Immagino di GS1, da cui emerge che il valore dei prodotti italiani distribuiti negli ipermercati ha raggiunto i 7,4 miliardi di euro.
Trentino Alto Adige da record
A primeggiare per il giro d’affari è il Trentino Alto Adige, seguito da Piemonte, Toscana e Sicilia.
Per sottolineare l’italianità spesso vengono usati il tricolore o claim come “Prodotto italiano“, “100% italiano“, spesso anche con un’indicazione regionale e la denominazione d’origine. Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna guidano la classifica del maggior numero di prodotti che richiamano le regioni.
Il ruolo fondamentale delle etichette
“L’Osservatorio Immagino racconta i consumi degli italiani analizzando, ogni sei mesi, come è composto e come cambia il carrello della spesa. – ha spiegato Alessandro D’Este, presidente GS1 Italy – A guidare l’analisi è un approccio unico: il monitoraggio delle informazioni presenti sulle etichette dei prodotti di largo consumo. Nel corso dei quattro anni di storia dell’Osservatorio Immagino, sono ormai diventati patrimonio comune classificazioni dei prodotti secondo particolari caratteristiche: il paniere dei prodotti adatti a diversi lifestyle come il biologico, il vegan o l’halal, i prodotti per la cura della casa green, i prodotti rich-in, i prodotti legati ai temi di social responsibility, i prodotti caratterizzati dall’italianità, quelli per chi soffre di intolleranze ed i prodotti cosiddetti ‘free from’. Segmentazioni dell’offerta utili per soddisfare al meglio i desideri del consumatore”.
“La generazione di mia nonna comprava i prodotti in base alla loro disponibilità: scelta limitata, si prendeva quel che c’era. Mia mamma era guidata nelle sue scelte soprattutto dalla marca, vera e propria sintesi di valori, fiducia, qualità, condensati in un logo – ha commentato Marco Cuppini, Research and communication director GS1 Italy – Oggi,a queste due modalità se ne è aggiunta una terza: si sceglie in base alle informazioni scritte sulle etichette, che arricchiscono di nuovi contenuti il processo di scelta del consumatore che vuole sapere molte più cose su ciò che compra e consuma. La conseguenza di questo comportamento spinge le aziende – sia i produttori che i distributori per i prodotti a private label – ad utilizzare gli spazi in etichetta per veicolare messaggi che reputano possano influenzare i processi di scelta”.
Dati e ricerche