06 07 2020
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In occasione del Webinar “Le nuove forme di comunicazione al di là dello spot”, che si è tenuto al Milano Marketing Festival, è intervenuto Federico Capeci, Ceo di Kantar Italia, che si è soffermato sui cambiamenti nella comunicazione dovuti al lockdown.
Cosa ci aspetta ora? “Alcune cose torneranno lentamente come prima, ma mi aspetto una focalizzazione sul valore, e un tema come la sostenibilità sarà vissuto sempre di più come una necessità – ha detto – Nei prossimi anni saranno importanti il tono di voce, che dovrà essere rassicurante ma non noioso, il carattere emotivo, la prossimità e i benefici”.
Andrea Fontana, sociologo dell’Università di Pavia, ha spiegato come con il lockdown siamo passati da una narrazione precedente, basata su persone che ballavano, cantavano e viaggiavano, a una focalizzata su intimità, cura, prudenza e gentilezza.
“In futuro bisognerà trovare il giusto equilibrio tra la comunicazione pre e post lockdown – ha spiegato – Saranno necessari racconti pratici, vicini ai bisogni reali, che metteranno le aziende di fronte a nuove sfide”.
Andrea De Micheli, presidente e amministratore delegato di Casta Diva Group, ha citato una ricerca realizzata con Astra da cui è emerso che i clienti hanno apprezzato gli eventi online, ma ora hanno nostalgia di quelli fisici, tradizionali.
Secondo Ottavio Nava, Ceo di We Are Social, in questi mesi abbiamo attraversato diverse fasi: preoccupazione, paura, speranza, ritorno ad alcune abitudini, timore per la crisi economica. “Le aziende hanno dovuto adeguarsi a queste fasi – ha spiegato – Qualcuna ha scelto di non comunicare, altre invece lo hanno fatto in modo diverso e abbiamo assistito anche a donazioni e riconversioni dell’attività. Ma in realtà, questa fase ha solo accelerato fenomeni già in atto.
L’umanesimo del marketing futuro
Per ultimo Paolo Landi, fondatore di Landi Comunicazione, si è soffermato sul conformismo che spesso permea i social network, anche se il lockdown ha sfatato parecchi miti.
“Il futuro della comunicazione non vedrà l’abbandono delle modalità tradizionali, ma registrerà molti cambiamenti – ha concluso – Ad esempio, gli influencer dovranno ripensare il loro ruolo e i punti vendita inizieranno una trasformazione con la nascita di zone relax, dove non ci si sentirà obbligati ad acquistare. Non si parlerà più solo di prezzo e qualità di prodotti spesso simili, a fare la differenza sarà il fattore umano. Il marketing del futuro parlerà la lingua dell’umanesimo”.
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