16 01 2024
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Il 62% dei marketing manager vede con favore l’AI generativa e pensa che, nonostante i timori, migliorerà la creatività umana.
Lo studio di Capgemini
Il dato emerge dal report “Generative AI and the evolving role of marketing: A CMO’s Playbook” di Capgemini, che evidenzia come all’intelligenza artificiale le aziende dedichino già il 62% del budget destinato alle tecnologie proprio per gli impatti positivi che potrà avere.
In particolare, il 57% degli intervistati pensa che offrirà l’opportunità di innovare in ambito creativo e il 55% crede porterà a ragionare in un modo fuori dagli schemi.
I cinque comparti avvantaggiati
I settori che si considera ne beneficeranno maggiormente nei prossimi anni sono:
- analisi dei dati (90%);
- ottimizzazione dei motori di ricerca (89%);
- customer service (89%);
- creazione di contenuti (88%);
- generazione di immagini e video (86%).
Secondo i marketing manager l’artificial intelligence consentirà di:
- sviluppare una brand image distintiva (67%);
- analizzare in modo accurato le tendenze dei clienti e del mercato (65%);
- ridurre i costi (66%);
- aumentare l’efficienza nella generazione di contenuti e risultati (65%).
La carenza di competenze
Nonostante l’interesse delle aziende rimane, però, un problema di competenze: il 63% degli intervistati è infatti consapevole del fatto che la domanda di esperti in AI generativa sia superiore all’offerta, ancora carente.
Anche per questo motivo, nei prossimi sei mesi oltre un’impresa su due pensa di offrire una formazione specifica alle persone che lavorano nell’ambito del marketing. Questo soprattutto in Usa, India, Australia e Olanda.
AI e decisioni di marketing
In generale, lo studio di Capgemini evidenzia come circa il 60% delle imprese integra l’AI generativa nelle strategie di marketing e, tra queste, il 37% la sta già inserendo tramite diverse iniziative, mentre un altro 21% è in fase di sperimentazione.