16 09 2024
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“Nell’ambito della scienza, e più in generale nelle discipline STEM, l’accesso delle donne è ancora troppo basso e c’è bisogno di bilanciamento”.
Lo ha detto Monica Gori, scienziata che dedica molta attività alla cura di ipovedenti, in occasione del Festival della Comunicazione 2024, che è appena terminato a Camogli.
Rimuovere i bias
“Ci sono molti stereotipi da abbattere – ha proseguito – Negli Stati Uniti è stato fatto uno studio: su 50mila persone che hanno partecipato a un concorso scientifico in cui era specificato il genere, solo il 5% delle donne è stato considerato idoneo. Cambiando commissione, senza dare indicazioni sul genere, il dato salì a ben il 54%. Questo ha evidenziato la presenza di bias”.
Cosa fare? Secondo Monica Gori bisogna lavorare a livello politico, aziendale e di cultura generale. È importante creare dei role model con donne vanno a raccontare nelle scuole la loro esperienza. In questo modo, si sensibilizzerà e faciliterà un percorso STEM delle donne. Bisogna dare delle speranze ed essere coraggiose.
L’opportunità dell’intelligenza artificiale
“L’AI è un’opportunità anche per l’inclusione perché permette una personalizzazione e nei prossimi anni ci saranno grandi cambiamenti perché si potranno abbattere barriere – ha proseguito – Ad esempio, se un sistema intelligente riuscisse a capire che ha di fronte una persona disabile offrirebbe un contenuto adeguato e questo porterebbe ad abbattere una barriera”.
“Il mio sogno – ha concluso – è far giocare insieme un bambino non vedente, uno vedente e un sordo senza che loro si accorgano della differenza e questo, in una quindicina d’anni, sono convinta sarà possibile”.
Comunicazione