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“Con la cultura non si mangia”: un frase ricorrente, e un po’ infelice, che in passato è stata pronunciata ache da qualche nome noto. Niente di più falso, secondo quanto emerge dagli ultimi dati della Fondazione Symbola.

Una sfida alla crisi

Dallo studio “Io sono cultura 2023“, presentato nei giorni scorsi a Roma, si rileva che il sistema culturale e creativo italiano ha infatti un valore di ben 99,5 miliardi di euro. Numeri importanti, tanto che il rapporto si presenta con il significativo titolo “L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi“.

Non solo: il settore dà lavoro a circa un milione e mezzo di persone (il 5,8% del totale degli occupati) e tocchi picchi particolarmente elevati in Lombardia e Lazio.

Milano primeggia

Tra le città salgono sul podio Milano, Roma e Torino, seguite da Arezzo, Trieste, Firenze e Bologna.

La forza del made in Italy

“La forza della nostra economia e del made in Italy, in tutti i campi, deve molto alla cultura e alla bellezza – si legge nello studio – Più che in altri Paesi. Cultura e creatività oltre ad arricchire la nostra identità e alimentare la domanda di Italia nel mondo, possono oggi, più che mai, aiutarci a decodificare il presente e a esplorare idee radicali per affrontare insieme, senza paura, le difficili sfide che abbiamo davanti. A partire dalla crisi climatica”.

Bellezza e sostenibilità

“Possono aiutarci a disaccoppiare economia e produzioni di valore dal consumo di energia e materie prime e dalle emissioni climalteranti – prosegue le premessa – Una trasformazione già in atto nell’economia italiana che, puntando su beni ad alto valore aggiunto, ha saputo incorporare cultura, bellezza e sostenibilità in manufatti e servizi, assecondando i suoi cromosomi produttivi, riuscendo ad intercettare la crescente domanda mondiale di beni di alta qualità. Lo dimostrano le tante filiere del made in Italy, dall’arredo all’agroalimentare, dalla moda alla meccatronica, che già oggi competono grazie ad un legame stretto tra manifattura, design e sostenibilità, spiegando parte dei successi dell’export italiano che nel 2023 potrebbe superare i 660 miliardi”.