17 04 2024
Take
more.
Gli stereotipi di genere sono ancora troppo presenti nella cultura italiana e finiscono per condizionare scelte e azioni delle persone, anche giovani.
L’allarme lo lancia l’Osservatorio “Genere e Stereotipi” realizzato da Henkel Italia in collaborazione con Eumetra.
Il campione analizzato è composto da 2.000 individui tra i 18 e i 55 anni a cui quest’anno sono stati aggiunti 100 casi tra i 15 e 25 anni rappresentativi della GenZ.
Gli stereotipi condizionano gli studi
Gli stereotipi partono già dagli studi. Secondo il 52% delle donne e il 64% degli uomini almeno uno tra gli indirizzi di istruzione superiore ha una connotazione di genere. E lo stesso concetto riguarda anche l’università (lo pensa il 30% delle donne e il 46% degli uomini).
In particolare, è ancora molto radicato un modo di pensare secondo cui le materie scientifiche, tecnologiche o pratiche siano più indicate per i maschi, mentre le materie umanistiche e la cura della persona sono per le donne.
Le differenze salariali
E il lavoro? Nello studio si evidenzia che “Il 62% della popolazione femminile crede esistano lavori per uomini e lavori per donne, un’affermazione a cui si unisce anche il 74% degli uomini.
Il dato più significativo nell’ambito lavorativo riguarda quello salariale: il 56% delle donne ritiene infatti di avere una retribuzione bassa rispetto ai colleghi uomini e solo il 38% delle donne pensa di ricevere uno stipendio equo”.
A questo si aggiunge che una donna intervistata sui tre ha detto di aver privilegiato la cura della famiglia all’attività professionale.
Le differenze nella case
In questo contesto, non sorprende la situazione rilevata in ambito domestico. dove sono le donne a occuparsi maggiormente dei lavori domestici e della famiglia, mentre gli uomini si preoccupano più degli aspetti economici.
Qualche segnale incoraggiante arriva peraltro dalla GenZ; l’80% pensa, infatti, che la gestione familiare dovrebbe essere più equilibrata.
Un calcio agli stereotipi
Anche lo sport non sfugge agli stereotipi: il 63% degli uomini crede, ad esempio, che il calcio sia uno sport maschile, mentre il 76% delle donne pensa sia adatto a tutti.
Secondo Mara Panaja, presidente e AD Henkel Italia, “L’Osservatorio Henkel mette in evidenza una realtà preoccupante, ma forse più radicata di quanto ci aspettassimo: la persistenza di disuguaglianze di genere continua a limitare l’espressione delle potenzialità di uomini e donne, anche tra le nuove generazioni, e di conseguenza le loro opportunità. Sono fermamente convinta del fatto che le aziende abbiano la responsabilità sociale di incidere positivamente sulla vita della comunità in cui operano e fedeli al nostro motto ‘Pioneers at heart for the good of generations’, pionieri nel cuore per il bene delle generazioni, ci adoperiamo affinché questo accada concretamente e ogni giorno”.
Dati e ricerche