30 01 2024
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Con i fondi del Pnrr è stato raggiunto il 53% degli obiettivi di digitalizzazione del nostro Paese (151 dei 290 previsti). Il dato è stato comunicato oggi in occasione del convegno “Italia digitale: oltre le colonne d’Ercole” organizzato dal Politecnico di Milano.
Opportunità e criticità
Secondo Alessandro Perego, direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation, siamo in una nuova fase dell’Agenda Digitale con opportunità, ma anche rischi.
“Occorre preparare la sostenibilità della trasformazione digitale e bisogna farlo subito, nella fase più delicata di attuazione del Pnrr”, ha detto.
L’impatto sul Paese
“Stiamo per entrare in una fase critica in cui la trasformazione digitale deve tradursi in un impatto concreto sull’economia del Paese e sul benessere della collettività”, ha aggiunto Luca Gastaldi, direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale.
Tra i dati postivi presentati al convegno, l’incremento di 22 punti in un anno delle famiglie italiane con banda larga a 100 Mbps, che hanno superato per la prima volta la media europea (60% contro 55%).
Per quanto riguarda le Pmi italiane, il 70% ha un’intensità digitale di base, di poco superiore alla media europea (69%).
Molto resta da fare per le competenze digitali (solo il 46% degli italiani fra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali di base contro il 54% della media europea) e per i servizi pubblici digitali.
L’importanza del monitoraggio
“Occorre verificare che i circa dieci miliardi di euro dedicati alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione siano investiti efficacemente con il monitoraggio dell’impiego nel tempo”, ha spiegato Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale.
“In questo momento è indispensabile portare avanti la trasformazione digitale digitalizzazione della Pa andando oltre il Pnrr – ha concluso Mario Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale – Occorre stare attenti agli effetti di più lungo periodo sul mercato dei fornitori di soluzioni digitali e sulle competenze dei lavoratori pubblici”.
Dati e ricerche