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07 06 2023

Italia, export digitale in crescita

In Italia, nel 2022 l’export digitale ha raggiunto un valore di 175 miliardi di euro nel B2B e di 18,7 miliardi nel B2C con una crescita, rispettivamente, del 28% e del 20%. I dati sono emersi oggi in occasione del convegno “Export digitale: cultura e consapevolezza contro l’incertezza”, organizzato ieri dal Politecnico di Milano.

“A livello generale, nel nostro Paese l’anno scorso il saldo tra esportazioni e importazioni è stato negativo, soprattutto a causa dell’aumento del costo dell’energia e delle materie prima – ha spiegato Samuele Fraternali del Politecnico di Milano – L’export complessivo italiano è però cresciuto del 19,9%, anche se l’incremento è stato in termini di valore e non di volumi”.

 

La penetrazione delle esportazioni digitali

È interessante rilevare la penetrazione dell’export digitale su quello totale, che è del 28% nel B2B e dell’8,8% nel B2C.

Tra i settori, nel B2B le esportazioni online maggiori riguardano automotive (21,75), fashion (14,9%), meccanica (10,2%) e largo consumo (7%), mentre nel B2C prevale la fashion (54,2%), seguita da food & beverage (14,1%) e arredamento (7%).

 

I ritardi delle Pmi

“In generale, si registra un buon mantenimento di competitività internazionale del nostro Paese”, ha commentato Fraternali.

Rimane però da affrontare l’inadeguato livello di digitalizzazione delle Pmi, che ancora risentono di ritardi nelle competenze, barriere culturali da superare e risorse limitate dedicate all’innovazione digitale.

Quali soni i mercati esteri più attrattivi per il digitale? L’Osservatorio del Politecnico di Milano, su un campione di 20 paesi, ha stilato un ranking che vede al primo posto gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia.

 

L’incertezza economica

Daniele Siena del Politecnico di Milano ha spiegato che il contesto macroeconomico è complicato ed è molto difficile prevedere cosa accadrà in futuro.

“Nel 2024 ci potrebbe essere un rallentamento dell’economia mondiale – ha spiegato – Il costo del denaro aumenterà e i consumi rallenteranno a causa dell’inflazione. La Cina continuerà a essere il principale esportatore globale mentre l’Italia, anche con un saldo positivo della bilancia commerciale, potrebbe registrare un rallentamento delle esportazioni”.

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