08 04 2024
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Parità di genere: se ne parla molto, ma nelle aziende italiane c’è ancora molto da fare. L’84% ne riconosce infatti l’importanza da un punto di vista etico, ma sono poco compresi i risvolti in termine di business, anche se si registra maggiore attenzione da parte dei giovani.
Future of work
L’analisi è contenuta nello studio “Future of work – Diversity & Inclusion” realizzato da Inaz, Osservatorio Imprese Lavoro, Business International e Fiera Milano.
La diversità arricchisce le imprese
“Abbiamo scelto un tema stimolante, complesso, che mette a confronto le generazioni e rientra nell’ambito più ampio della sostenibilità – ha detto Linda Gilli, presidente e AD di Inaz – Tema che, soprattutto, comporta un forte commitment da parte dei vertici aziendali. La diversità, infatti, spaventa. Nel tempo si sono accumulati molti strati di pregiudizio. E sul pregiudizio sono stati costruiti muri di diffidenza. Senza ricorrere a giri di parole, vanno abbattuti. Perché la diversità delle persone è un valore prezioso, che arricchisce le imprese e chi nelle imprese lavora”.
Il gender pay gap
Nei fatti, solo il 46% delle imprese dichiara di avere già una pianificazione in ambito D & I. Il 76% preferisce dedicarsi a contrastare la disparità di genere, intesa come sbilanciamento di responsabilità e retribuzioni fra uomini e donne.
Ma poi solo il 44% delle aziende intervistate monitora in modo sistematico il gender pay gap e il 38% fa davvero qualcosa per ridurlo.
«Complessivamente – spiega Fabrizio Lepri, docente di Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane presso l’Università degli Studi di Roma Tre – i dati che emergono dalla survey sembrano indicare un importante ritardo nei risultati sulla parità di genere nelle aziende, in linea con i dati pubblicati in un report del 2022 dal World Economic Forum, in cui l’Italia figura al 63° posto nella graduatoria basata sul ranking conseguito nel KPI denominato Global Gender Gap Index. Al tempo stesso, però è abbastanza o molto diffusa la consapevolezza sulla necessità di mettere in campo azioni specifiche finalizzate ad attenuare gradualmente il gap riscontrato”.
Il protagonismo delle nuove generazioni
“L’indagine – ha aggiunto – restituisce nell’insieme un’immagine di vivacità delle aziende italiane sui temi Diversity & Inclusion ma, al tempo stesso, mostra che siamo ancora lontani da una condizione generalizzata di maturità sul piano dell’ampiezza e della profondità delle azioni messe in atto. Se volgiamo lo sguardo anche fuori dal mondo del lavoro, si può intuire che in uno scenario sociale, politico e geostrategico come quello attuale, in cui i temi della diversità e dell’inclusione sono interpretati in modo altalenante, controverso e talvolta regressivo, la spinta di cui le imprese hanno ancora bisogno, per una più completa assunzione di responsabilità e chiarezza di prospettive, sembra poter venire nei prossimi anni dalla graduale crescita di protagonismo delle nuove generazioni”.
Dati e ricerche