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19 04 2023

IoT, in Italia il mercato vale 8,3 miliardi di euro

In Italia, nel 2022 il mercato dell’IoT è cresciuto del 13% e ha raggiunto un valore di 8,3 miliardi di euro. Il risultato è molto significativo, se si considera che il comparto digitale nel suo complesso è cresciuto del 3,6%.

I dati sono stati comunicati in occasione del convegno “IoT: tra continuità e innovazione”, organizzato dal Politecnico di Milano.

Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Internet of Things, l’incremento è stato particolarmente elevato per il mercato dei servizi IoT (+17%). È interessante rilevare che il numero di connessioni attive nel nostro Paese è di 124 milioni, pari a 2,1 per abitante (era di 1,8 nel 2021).

 

La crescita del settore delle Smart Car

“Lo studio ha analizzato diversi ambiti applicativi – ha detto Angela Tumino direttrice dell’Osservatorio IoT del PoliMi – Per quanto riguarda le Smart Car, ad esempio, oggi riguarda la totalità delle nuove immatricolazioni e prevede anche l’assistenza 24 ore su 24, i servizi di infomobilità e i premi assicurativi sulla base dell’effettivo utilizzo della vettura. Questa è però solo la punta dell’iceberg, presto cresceranno servizi come funzionalità on demand, ricarica induttiva dell’auto e segnalazione di pericoli dalle infrastrutture”.

 

Le utility

Un altro ambito applicativo è quello delle utility, anche se crescono in modo meno rapido. Le funzionalità smart riguardano l’84% dei contatori gas mass market, il 100% dei contatori gas industriali e il 64%dei contatori elettrici installati di seconda generazione. Bisogna poi considerare i numerosi bandi per la telelettura dei contatori idrici e l’obbligo di contabilizzazione calore per il controllo da remoto.

 

Smart Building e Smart City

“Per quanto riguarda lo Smart Building, nel 2022 è cresciuto del 19% – ha proseguito Angela Tumino – Secondo una nostra indagine, il 73% dei costruttori ha avuto l’esperienza diretta di progetti che integrano soluzioni smart. Barriere da superare sono ancora il prezzo elevato (54%) e la mancanza di figure dedicate (42%)”.

L’attuale ripartizione del mercato è soprattutto tra gestione dei consumi energetici e videosorveglianza. Il mercato dello Smart Building è stato trainato dagli incentivi, ma nel 2023 è previsto un rallentamento a causa dello stop della cessione del credito.

Un altro ambito interessante è quello delle Smart City, cresciuto nel 2022 del 14%. Dallo studio del Politecnico di Milano emerge che il 29% dei comuni ha avviato almeno un progetto nell’ultimo triennio e, tra questi, l’89% continuerà a investire in Smart City. Si assiste poi anche ai primi casi di valorizzazione dei dati anche in Italia.

I progetti continuano però a essere troppo verticali, ci sono pochi programmi a 360 gradi e mancano ancora troppe competenze. Il Pnrr potrebbe essere di grande aiuto, ma bisogna stare attenti a non essere sommersi dalla burocrazia.

 

Smart Home e Smart Agricolture

Anche il mercato delle Smart Home è in crescita del 18% con il comparto energy che traina il settore. Oggi il 91% dei consumatori è attento al risparmio energetico e il 39% intende acquistare oggetti energy in futuro. Procede poi spedita anche la crescita della Smart Agricolture.

Quali sono le sfide dell’Internet delle cose per il futuro? “Innanzitutto bisogna superare le molte barriere che ancora impediscono al mercato di crescere a pieno regime – ha risposto Angela Tumino – Occorre poi gestire con sempre maggiore le diffuse preoccupazioni delle persone per la privacy”.

 

Industrial IoT

In ambito Industrial IoT c’è ancora un divario tra grandi e piccole imprese, ma si sta riducendo. Tra le grandi, il 77% ha avviato almeno un progetto di questo tipo, contro il 58% delle piccole. È significativo evidenziare che i dati erano rispettivamente il 69% e il 27% nel 2021.

“La riduzione del gap deriva soprattutto da fattori quali obiettivi di efficienza ed efficacia, accesso agli incentivi statali, possibilità di sfruttare i dati e vantaggio competitivo – ha spiegato Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano – I progetti avviati riguardano, ad esempio, manutenzione preventiva, gestione dei consumi energetici, manutenzione predittiva e tracciabilità dei beni”.

 

Migliorare le competenze

Esistono anche barriere da superare dovute a scarsa conoscenza delle tematiche, difficoltà di integrazione hw/sw, mancanza di comprensione dei benefici e instabilità del contesto economico. E le fasi di un progetto Industrial IoT più critiche sono quelle iniziali, a cominciare dall’identificazione delle potenzialità.

“Bisogna sfruttare tutti i benefici legati a dati e servizi – ha concluso Salvadori – Solo una grande azienda su tre utilizza oggi qualche forma di elaborazione dei dati e il dato scende al 12% tra le Pmi. Bisogna quindi intervenire soprattutto sulla mancanza di competenze e la scarsa comprensione del valore dei dati”.

 

 

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