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20 04 2023

Intelligenza artificiale, il futuro è adesso

Nel 2022, il mercato italiano dell’intelligenza artificiale ha raggiunto un valore di 500 milioni di euro, con una crescita del 32% rispetto all’anno precedente, a conferma delle grandi potenzialità del settore.

Se ne è parlato a un convegno organizzato dal Politecnico di Milano, durante cui sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio AI. Secondo lo studio, il 73% del dato complessivo sul mercato riguarda l’Italia e il 27% l’export.

 

Oltre la metà dei progetti viene realizzato

I settori più attivi sono banking, finance & payment, energy, resource & utility, manufacturing, insurance, telco & media.

“L’implementazione dell’AI ha riguardato per il 61% le grandi imprese e per il 39% le Pmi – ha spiegato Alessandro Piva del Politecnico di Milano – È interessante rilevare che oltre un progetto su due riesce a scalare e che il 42% delle aziende ha più di un progetto a regime”.

Il 19% delle aziende rientra nella categoria “entusiaste”, ma esiste anche un 14% ancora in ritardo. I motivi principali sono l’insufficienza del budget (30%) e il livello di digitalizzazione (24%), ma molto resta ancora da fare in termini di diffusione di una cultura aziendale specifica.

 

Le potenzialità della Chat GPT

Una tecnologia che rende più naturale e intuitiva l’intelligenza artificiale è la Chat GPT, che ha registrato un milione di utenti in soli cinque giorni.

La sigla sta per Generative Pretrained Transformer e rappresenta uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per fornire risposte a domande. Ha molte possibili applicazioni ed è progettata per simulare conversazioni tra essere umani.

“Con la Chat GPT si può potenzialmente anche scrivere una canzone per il Festival di Sanremo”, ha commentato Manuel Roveri, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano.

 

I sette principi guida dell’Ue

A livello istituzionale, l’Unione europea si è occupata delle implicazioni etiche dell’artificial intelligence e ha definito sette principi da seguire:

  • intervento e sorveglianza umani;
  • robustezza tecnica e sicurezza;
  • riservatezza e governance dei dati;
  • trasparenza;
  • diversità, non discriminazione ed equità;
  • benessere sociale e ambientale;
  • accountability.

 

Il futuro è l’AI, ma l’intuizione dell’uomo farà sempre la differenza

Nei prossimi anni l’AI avrà uno sviluppo tale che sarà sempre più difficile distinguere cosa è stato creato da una macchina oppure no. Ma la supervisione dell’essere umano, e soprattutto la sua capacità di intuizione, rimarrà indispensabile.

Questo messaggio è stato lanciato all’evento “Marketing Automation & Artificial Intelligence”, organizzato da Una-Aziende della comunicazione unite, allo Spazio Base di Milano.

 

Uscire dagli schemi

“Oggi non c’è una vera creatività dell’intelligenza artificiale, magari potrà esserci in futuro, ma per ora non è così – ha detto Giorgio Grappelli di Live Tech – Questo perché, ad esempio, anche le immagini create con AI si basano su dati. L’essere umano, rispetto alla macchina, ha la capacità di uscire dagli schemi e questo fa sempre la differenza. Ciò non toglie la grande importanza che può avere l’AI e la necessità di esserne consapevoli. Una volta, quando parlavamo alle aziende di intelligenza artificiale, venivamo guardati come alieni. Oggi c’è invece molta più attenzione e preparazione sul tema”.

“La vera sfida dei prossimi anni sarà tra chi farà ancora tutto a mano e chi lo saprà fare in modo assistito, che avrà un vantaggio competitivo – ha spiegato Luciano Tolomei di Delmonte – In ogni caso, oggi la parte di catalogazione tramite AI è in fase avanzata, ma non è ancora in grado, come molti temono, di sostituire davvero l’uomo in certe mansioni. Nel prossimo scenario cookieless, bisogna investire sui dati di prima parte e usare l’artificial intelligence per l’analisi”.

 

Produrre contenuto di qualità

Secondo Silvio Stafuzza di CrowdM Italy l’AI è molto utile per segmentare i dati a disposizione con un approfondimento maggiore, ma le aziende devono preoccuparsi di produrre contenuti premium per loggare le persone.

“L’input alla marketing automation viene sempre dato dagli esseri umani, ma non è escluso che in futuro questo possa cambiare – ha aggiunto – Pensare però di lasciar prendere una decisione solo a una macchina diventa un aspetto molto delicato e siamo ancora molto lontani da poterci arrivare”.

 

Prepararsi al nuovo scenario

“Ognuno di noi oggi vive in una bolla da cui è difficile uscire – ha detto Tolomei – Per questo bisogna imparare a mandare anche messaggi distonici, sollecitazioni differenti, e verificare quali possono essere poi le reazioni”.

“Si parla spesso dell’intelligenza artificiale come strumento utile per il marketing delle aziende, ma ChatGPT ha dimostrato che l’AI data in mano alle persone porta a una reazione diversa e per certi versi inaspettata – ha concluso Stafuzza – Tutto questo crea uno scenario nuovo a cui occorre prepararsi in tempo”.

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