01 09 2022
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Nella graduatoria dell’indice Desi della Commissione europea, relativo alla digitalizzazione dell’economia e della società, l’Italia passa dalla 25ma alla 18ma posizione.
Un salto in avanti da valutare in modo positivo, ma che ancora tiene il nostro Paese troppo lontano da Finlandia, Danimarca e Olanda, che salgono sul podio.
Puntare sulla formazione per crescere
Il punto debole dell’Italia continua a rimanere la competenza digitale, ancora carente. Basti pensare che oltre il 50% degli italiani denota ancora una dimestichezza con il digitale insufficiente e anche in ambito lavorativo gli specialisti sono troppo pochi.
Il problema parte dalla formazione: le iscrizioni ai corsi di laurea in tecnologie informatiche non bastano a fornire un un numero adeguato di professionisti del settore al mercato.
Pmi, si deve fare di più
In compenso, le Pmi registrano passi in avanti, con il 60% che ha ormai un livello di intensità digitale sufficiente, ma molto resta ancora da fare in ambito intelligenza artificiale e big data.
Migliora anche l’offerta dei servizi pubblici digitali, ma solo il 40% degli utenti italiani del Web li utilizza, mentre nell’Ue la media è del 65%.
Dati e ricerche