10 11 2021
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Nel 2021, in Italia il mercato del cloud ha raggiunto un valore di 3,84 miliardi di euro, con una crescita del 16% rispetto al 2020. Il dato è stato comunicato oggi in occasione di un convegno organizzato dal Politecnico di Milano.
“C’è una centralità delle digitalizzazione e del cloud all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation – Si assiste a una crescita delle infrastrutture digitali localizzate in Italia”
Oltre la metà della spesa riguarda progettualità strategiche
Secondo l’Osservatorio del PoliMi, che ha preso in considerazione 157 grandi imprese e 503 Pmi, la parte maggiore del settore riguarda il public & hybrid cloud, che da sola vale 2391 milioni di euro (+19%). In questo ambito, il 25% è relativa al comparto manifatturiero, il 21% alle banche, il 14% alle telco e ai media, il 10% ai servizi. La spesa in intelligence del dato è pari al 18%.
Il budget dei servizi cloud si scompone in questo modo:
- gestione dei servizi cloud (49%);
- nuovi progetti digitali (26%);
- iniziative di migrazione (25%).
La metà della spesa è, quindi, dedicata a progettualità strategiche.
Le tre azioni da implementare
“Le Pmi hanno consolidato quanto intrapreso lo scorso anno per reagire all’emergenza – ha spiegato Piva – È positivo rilevare che nel 2021 la loro spesa in cloud ha continuato a crescere e oggi riguarda il 45% delle Piccole media imprese”.
Quali azioni devono implementare le aziende?
- tracciare la rotta a livello tecnologico;
- dotare l’equipaggio di nuove competenze per gestire il cambiamento;
- dotarsi di partner che forniscano le componenti migliori per la gestione aziendale.
Il vento è favorevole
Le strategie delle aziende per nuovi progetti digitali sono cloud first e cloud only nel 48% dei casi e oggi l’80% delle imprese è in una fase di hybrid cloud – ha spiegato Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation – Oggi il 41% delle aziende integrano e/o orchestrano servizi public cloud di più fornitori in un’ottica multicloud, ma molte sono attente ai benefici del cloud native”. Quali sono?
- scalabilità (95%);
- flessibilità (86%);
- portabilità (80%);
- velocità di sviluppo (73%);
- manutenibilità (71%);
- sicurezza (69%).
L’adozione dei servizi cloud in azienda ha portato a un utilizzo più pervasivo e una maggiore usabilità delle tecnologie digitali (58%) e a superare perplessità su costi e complessità (40%).
“A livello europeo bisogna ricordare la nascita del progetto Gaia-X con l’obiettivo di creare un’infrastruttura europea di dati e rafforzare la sovranità digitale – ha concluso Mainetti – Oggi il vento è favorevole, questo è il momento del giro di boa”.
La filiera digitale italiana
Andrea Gaschi del Politecnico di Milano ha illustrato i risultati di una rilevazione della filiera digitale italiana. È emerso che il 67% delle aziende cha hanno introdotto nuovi servizi nella propria offerta durante la prima fase dell’emergenza li ha poi portati a regime quasi sempre.
Nel 49% dei casi, le aziende in cui la relazione con i propri clienti si è intensificata durante la prima pandemia si è poi ulteriormente rafforzata o è rimasta stabile.
Il 41% degli attori della filiera ha registrato una crescita dei ricavi, in alcuni casi superiore al 20%. Nel 68% dei casi la rete di partner è cresciuta in numero e intensità delle relazioni e il 78% delle aziende digitali farà nuove assunzioni nel 2021.
Il 90% cerca competenze tecniche o legate a nuovi trend digitali e il 57% in ambito vendite e gestione clienti.
Il lavoro remoto ha portato benefici e per il 53% degli intervistati c’è stata la gestione dello stesso numero di progetti, ma in maniera più efficiente.
“La filiera del digitale è stata agile e resiliente nel trasformare modelli di business e modalità di gestione dei progetti – ha concluso Gaschi – Ha saputo accelerare lo sviluppo della propria offerta e delle proprie competenze”.
Dati e ricerche