12 07 2023
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In Italia, nel 2022 il mercato digitale ha raggiunto il valore di 77,1 miliardi di euro, con una crescita del 2,4% rispetto al 2021. Un dato destinato a crescere: nel 2023 l’incremento dovrebbe essere del 3,1% e nel 2024 del 4,3%, con un potenziale sviluppo a tassi superiori di quelli dell’economia nel suo complesso.
Sono buone notizie quelle contenuto nell’ultimo rapporto “Il digitale in Italia 2023“, pubblicato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict.
La digital transformation come leva economica
“Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da eventi eccezionali e inattesi: la pandemia e lo scoppio del conflitto in Ucraina hanno portato con sé, da un lato, misure straordinarie come il Next generation EU, dall’altro l’aumento dei costi dei prodotti energetici, la crescita dell’inflazione e il rialzo dei tassi – ha detto Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform – Un contesto complesso al quale ogni giorno famiglie e imprese fanno fronte erodendo la voce investimenti nei bilanci. Nonostante ciò, il 2022 ci consegna un mercato digitale in aumento, che ha raggiunto un valore superiore a 77 miliardi di euro. La trasformazione digitale si conferma una leva economica significativa e il suo ruolo nella ripresa economica del Paese è stato e sarà sostanziale, soprattutto adesso. Dobbiamo spingere su interventi anticiclici, portando avanti le riforme e le politiche pubbliche che consentano all’innovazione di fiorire, in un contesto competitivo, dando spazio ai giovani e ai loro talenti”.
La sfida per la digitalizzazione delle Pmi
“Se la tendenza positiva del mercato digitale è chiara – ha proseguito Gay – permangono tuttavia criticità, primi fra tutti la carenza di competenze digitali e l’eterogeneità nella diffusione delle tecnologie tra classi dimensionali di impresa e tra territori. La sfida per la digitalizzazione delle Pmi è agli inizi ma il piano nazionale di transizione 4.0 e il PNRR costituiscono in tal senso delle opportunità significative. Proprio l’utilizzo delle risorse stanziate dal PNRR, insieme al contesto economico internazionale, rappresentano due fattori significativi che influenzeranno l’immediato futuro del mercato digitale”.
Serve una politica industriale
“Un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dal PNRR è il primo passo in questa direzione – ha concluso Gay – ma c’è bisogno di una politica industriale che promuova la competitività delle imprese, che aumenti la loro produttività e rafforzi la collaborazione all’interno della filiera. Inoltre, sono necessari interventi di regolazione pro-concorrenziali che spingano l’innovazione, sostengano la formazione del capitale umano e sostengano la collaborazione tra imprese per aumentare scala e durabilità degli investimenti. Sono queste le leve che possono consentire al mercato digitale di crescere, alle tecnologie di essere abilitatori della trasformazione, ai giovani di essere protagonisti del mondo di oggi e di quello che verrà”.
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