29 01 2024
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Il 42% delle imprese mondiali con oltre mille persone utilizza l’intelligenza artificiale e, tra queste, il 59% prevede di aumentare gli investimenti in AI.
Lo evidenzia un recente studio condotto da Ibm che sottolinea, però, come persista un problema di carenza di competenze.
India all’avanguardia
Un’azienda intervistata su tre, infatti, dichiara che questo è un ostacolo a un utilizzo più ampio. Non solo: per una su quattro esiste anche un problema di complessità dei dati e il 23% si pone anche domande di carattere etico.
Le imprese più avanti nell’uso dell’artificial intelligence sono in India (59%), Emirati Arabi Uniti (58%), Singapore (53%) e Cina (50%), mentre una diffusione minore si registra in Spagna (28%), Australia (29%) e Francia (26%).
Tra i settori, quello più all’avanguardia in questo ambito è il finanziario, dove si sfiora il 50%, seguito dalle telecomunicazioni con il 37%.
Gli ambiti di utilizzo
L’AI viene usata soprattutto per:
- automazione dei processi It (33%);
- sicurezza e rilevamento delle minacce (26%);
- monitoraggio o governance (25%);
- business analytics o intelligence (24%);
- automatizzazione, elaborazione, comprensione e flusso dei documenti (24%); automatizzazione di risposte e azioni self-service dei clienti o dei dipendenti (23%);
- automazione dei processi aziendali (22%);
- automazione dei processi di rete (22%);
- lavoro digitale (22%);
- marketing e vendite (22%).
Gli ostacoli da superare
Chi ancora non utilizza l’AI generativa è frenato da preoccupazioni relative alla privacy dei dati (57%) e alla fiducia e trasparenza (43%).
Da più parti si evidenzia, inoltre, la necessità di un’AI affidabile e regolamentata, che possa diventare così più attrattiva.
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