14 11 2022
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“La rivoluzione della gentilezza” è il tema scelto per la nona edizione di IF!, il Festival della creatività, che si è svolto nei giorni scorsi allo Spazio Base Milano. Una gentilezza intesa anche come sostenibilità sociale e inclusività, come modo per uscire tutti insieme da un momento difficile.
Brian Williams di Google ha sottolineato come gli ultimi due anni abbiano cambiato molto l’approccio delle persone ai video, che se sono creativi sono la tecnologia più disruptive che abbiamo. “Oggi viviamo nell’era dell’integrazione e dell’automazione in cui bisogna essere metà artigiani e metà piloti di Formula 1 – ha detto – L’inclusione è passata da essere un imperativo sociale a uno anche di business”.
A piedi nudi sulla terra
L’attore Elio Germano e lo scrittore Folco Terzani hanno poi presentato il loro audiolibro “A piedi nudi sulla terra”, che racconta la storia di Baba Cesare, un italiano che dopo aver vissuto esperienze difficili si trasferì in India per vivere una vita all’insegna dell’ascetismo in una grotta.
“La sua scelta di allontanamento, rinuncia di tutto è simile ad altri personaggi della storia e ha che a fare con la gentilezza perché è un rifiuto della competizione, della lotta dell’uno contro l’altro che caratterizza la nostra società. Il suo è stato un ritorno all’umanità – ha detto Germano – La scelta di Baba Cesare implica anche l’accettazione del fallimento che, per paradosso, in India lo fece diventare ‘santo’. L’ascetismo non va visto come qualcosa di triste, ma all’opposto come una forma di autonomia, di libertà e, quindi, di piacere. Oggi la nostra società crea uomini infelici e solo chi decide di donarsi agli altri senza pensare di ottenere qualcosa in cambio riesce a essere davvero felice”.
“Nella storia ci sono sempre stati re e asceti – ha aggiunto Terzani – Oggi tutti siamo abituati a pensare da re, ma bisogna ricordare che c’è un’altra via per vivere”.
Il valore del metaverso
Emma Cochrane di Accenture ha introdotto nel mondo del metaverso, che ha definito una sorta di “Internet evoluto”. È un futuro che creerà nuove opportunità sociali ed economiche, promuoverà inclusione e diversità, migliorerà il modo in cui le persone possono imparare a lavorare, giocare, vivere, svilupperà il valore della sostenibilità e della trasparenza.
Leader, ma non troppo
Giuseppe Morici, manager del Gruppo Feltrinelli, ha presentato il suo libro “Leader, ma non troppo”. Secondo Morici, la vera leadership deve sapere anche scomparire, quando necessario, per occuparsi della leadership degli altri.
“Bisogna essere presenti quando c’è bisogno di aiutare il team – ha detto Morici – In questo ruolo c’è una similitudine con la genitorialità, che non significa però essere paternalisti. Il concetto è invece rendere autonome le persone, aiutare a crescere senza paura di essere anche superati. Leader non si nasce, ma lo si diventa presto perché è il risultato delle esperienze vissute negli anni in cui si è più plasmabili”.
Morici ha spiegato che la leadership deve essere autentica e accettare di non essere tutto per avere un approccio sereno, che significa anche gentilezza. Il compito del leader è creare un paesaggio armonico in un contesto complesso. Il leader deve occuparsi di quello che non c’è ancora, del futuro, perché di quello che già esiste se ne devono occupare altri, che magari sono anche più bravi a farlo. Il vero leader deve guardare lontano perché ha più esperienza per farlo. Un esempio da seguire è stato quello di Adriano Olivetti.
“Oggi è importante il rapporto tra purpose e sostenibilità – ha proseguito Morici – Faccio un esempio: negli anni ’50 vendere lavatrici aveva anche una funzione sociale, oltre che economica, perché si era allineati con quelle che erano le richieste della società. Oggi abbiamo superato questo aspetto da trent’anni, ma con la sostenibilità abbiamo finalmente la possibilità di rimettere in sincrono l’aspetto commerciale con quello sociale”.
Questione di podcast
Durante l’incontro “Questione di podcast” Giacomo Zito di Cast Edutainment e Gli Ascoltabili ha spiegato che la radio oggi risponde a delle logiche quasi granitiche, mentre i podcast permettono di focalizzarsi su delle storie. Sono uno strumento sempre più utile anche per le aziende perché durante un podcast l’ascoltare è più predisposto a seguire con attenzione ciò che viene detto.
“Il podcast ha una vita lunga ed è spesso legato a community precise – ha detto – La logica non è di massa, ci si rivolge a pubblici specifici e bisogna stare molto attenti ai primi secondi perché sono quelli in cui gli ascoltatori decidono se proseguire o meno l’ascolto”.
La copywriter Elena Magni si è soffermata sull’arte della scrittura creativa, che deve saper creare sorpresa, favorire incontro, emozione.
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