20 10 2020
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In Italia le aziende Ict investono 2,6 miliardi di euro in ricerca e sviluppo: un dato in crescita, ma che è ancora insufficiente a colmare il divario con molti paesi europei. Lo si evince dal Rapporto Anitec-Assinform presentato dall’Associazione per l’Information and Communication Technology (ICT) di Confindustria.
Un gap da colmare
Lo studio è appena uscita, ma i dati si riferiscono al 2018 e la crescita del 6,4% in R&S è un raffronto con il 2017. Sono comunque moto indicativi dell’andamento degli investimenti e del gap ancora esistente.
Per fare un’analisi più ampia bisogna inoltre considerare l’impatto negativo che potrà avere la pandemia anche sulla possibilità per le imprese di incrementare gli investimenti.
Mantenere il passo con i paesi guida
“I programmi di rilancio di cui si discute oggi, sulla base del Recovery Plan che adotterà l’Unione europea, assegnano un ruolo centrale al digitale e accentuano la priorità di rafforzare gli investimenti in R&S&I Ict, puntando su una solida collaborazione tra istituzioni pubbliche e attori privati con l’obiettivo di mantenere il passo con i paesi guida – ha dichiarato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform – Di più vuol dire, aumentare sensibilmente le risorse. Meglio vuol dire concentrare risorse ed energie su ambiti dove maggiori sono le possibilità di sviluppare massa critica e consolidare ecosistemi tecnologici di rilevanza almeno europea. Serve una strategia più ambiziosa per la R&S&I Ict, che valuti costantemente obiettivi, percorsi e orienti gli incentivi alle maggiori potenzialità”.
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