20 03 2023
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L’Italia è il paese europeo in cui la sensibilità dei giovani verso la sostenibilità digitale è più elevata (37%) davanti a Spagna (34%), Polonia (26%), Germania (18%) e Francia (14%), con una quota di donne più alta che altrove.
Lo rivela lo studio “Digital Sustainability IndexTM (DiSITM) Young – La sostenibilità digitale per i giovani” di EY.
La preoccupazione per il climate change
Dall’indagine emerge anche che l’85% dei giovani italiani pensa che la digitalizzazione contribuisca a migliorare la società e per il 69% è utile anche dal punto di vista ambientale.
Il 71% è molto preoccupato per il cambiamento climatico, un problema che pensa vada affrontato subito, con un dato superiore a Spagna (69%) e Francia (62%).
Il problema del cyberbullismo
Il 16% considera inoltre i social network un ambiente poco sicuri per più giovani. “Tra i rischi percepiti, i giovani in Italia ritengono che il cyberbullismo sia la principale problematica derivante da una società iper-connessa (60%) e la stessa visione emerge quasi in tutti i Paesi considerati – ha dichiarato Massimo Antonelli, Ceo di EY Italy – Al secondo posto troviamo l’uniformazione delle identità a degli standard ideali (39%) e la perdita del tempo personale (38%). Pensando alle nuove generazioni è quindi necessario investire su educazione e inclusione, partendo da un piano di educazione digitale nazionale (per oltre il 60% dei rispondenti al DiSITM Young). E anche su questo i giovani ci danno una lezione interessante: perché se da una parte si aspettano che istituzioni e aziende facciano la propria parte, dall’altra sono disposti a mettersi in gioco come non mai e a riconoscere la propria responsabilità e il proprio impatto nel costruire una società più digitalizzata e più sostenibile”.
Digitale e sostenibilità
E’ interessante rilevare che sono proprio i giovani che vivono in territori con infrastrutture più inadeguate a essere più consapevoli dell’importanza del digitale anche per la sostenibilità.
“I risultati della nostra ricerca mostrano l’importanza di lavorare sulle infrastrutture, ma soprattutto sulla consapevolezza: perché è proprio in Paesi come il nostro, caratterizzati da minore diffusione delle competenze digitali, che dobbiamo preoccuparci di sviluppare un uso consapevole delle tecnologie a favore della sostenibilità – ha detto Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale – Esiste una perfetta (e preoccupante) proporzionalità inversa, tra diffusione delle competenze digitali e consapevolezza di dover approfondire questi temi, che porta i più competenti a volerlo diventare ancora di più, ed i meno competenti a pensare di non aver bisogno di approfondire. Questa tendenza indica chiaramente alle istituzioni l’importanza di azioni di supporto allo sviluppo di consapevolezza su un tema centrale per il nostro futuro come la sostenibilità digitale”.
Dati e ricerche