17 10 2023
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Dal 2024, il bilancio di sostenibilità sarà obbligatorio anche per le aziende con più di 250 dipendenti e un bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro. È un passo avanti importante per un documento che ha una grande valenza gestionale e strategica, oltre che comunicativa.
Se ne è parlato ieri al webinar “Politiche e regolamentazione per la sostenibilità delle Pmi” organizzato da Asseprim, la Federazione nazionale servizi professionali per le imprese.
Il triple bottom line della sostenibilità
Arnaldo Pierini, consulente in ambito Esg, ha spiegato che la sostenibilità è uno strumento in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
Bisogna considerare un triple bottom line:
- sostenibilità ambientale (garantisce la disponibilità e la qualità delle risorse naturali);
- sostenibilità sociale (garantisce qualità della vita, sicurezza e servizi per i cittadini);
- sostenibilità economica (garantisce efficienza economica per le imprese).
GRI – Global Reporting Initiative
“Il bilancio di sostenibilità viene redatto secondo le norme del Global Reporting Initiative, che richiede un’analisi di materialità con engagement degli stakeholder e si è affermato come lo standard più utilizzato per la rendicontazione – ha spiegato Pierini – È uno strumento di monitoraggio, misurazione e rendicontazione del processo di gestione responsabile intrapreso dall’organizzazione, che punta a rendere visibili le performance economiche, sociali e ambientali dell’impresa”.
Il bilancio presenta indicatori quantitativi e qualitativi e mostra l’evoluzione nel tempo delle performance di sostenibilità dell’azienda. Rende inoltre note iniziative e progetti di responsabilità sociale intrapresi dall’organizzazione.
I benefici del bilancio di sostenibilità
Quali sono i benefici del reporting di sostenibilità?
- contribuire alla definizione dell’identità dell’impresa;
- aumentare senso di appartenenza e motivazione dei collaboratori;
- employer branding (migliorare l’attrattività nei confronti dei giovani talenti);
- avviare un percorso di gestione della sostenibilità in chiave strategica (ad esempio, sviluppo di una filiera sostenibile, definizione di kpi e obiettivi);
- migliorare la reputazione e valorizzare il brand;
- miglior accesso al mercato del credito e alle risorse finanziarie;
- favorire una comunicazione integrata e completa a tutti gli stakeholder.
“In una prima analisi superficiale la sostenibilità può apparire un costo, ma in realtà va vista come un investimento”, ha concluso Pierini.
Comunicazione