10 02 2021
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In questo periodo si parla molto di green branding e green marketing, due concetti che le aziende devono sempre di più prendere in considerazione. Di questo e delle tecniche da utilizzare per comunicare i “valori verdi” si è parlato oggi a un Webinar organizzato da Asseprim, la Federazione nazionale servizi professionali per le imprese.
Bisogna partire dalle definizioni: il green marketing è l’insieme di sforzi per conservare, produrre, distribuire, promuovere, confezionare, reclamizzare i prodotti e le aziende con sensibilità ecologica. Bisogna quindi creare un’offerta con impatto minimo o zero sull’ambiente e trasmettere un’immagine di elevata qualità, che punti sulla sostenibilità ambientale.
Il green branding è l’insieme degli strumenti e delle tecniche per comunicare valori del brand in linea con la tutela dell’ambiente in modo etico, trasparente e rispettoso dei principi dello sviluppo sostenibile.
I sei punti condivisi dai brand verdi
Come individuare i green brand? Rudy Zanchi di Move Communication ha spiegato quali sono i punti che hanno in comune:
- mission;
- packaging;
- zero emissioni;
- comunicazione;
- advocate/testimonial;
- certificazioni.
Tutto il resto è quello che viene chiamato green washing. Ma comunicare un’azienda come green senza avere certi requisiti è da evitare, si rischia di perdere credibilità se si fa un uso disinvolto degli aspetti ambientali.
“È importante usare bene i social e non serve rivolgersi a piattaforme specializzate nell’ambiente e neanche creare un pubblico o una categoria potenzialmente interessata – ha spiegato Zanchi – Le piattaforme da usare e i target ci sono già, va solo trovata la strategia giusta”.
I passaggi fondamentali sono tre:
- esserci (interazione e partecipazione devono essere costanti);
- organizzazione (definire gli obiettivi);
- preparazione (conoscere il piano sostenibile).
Come comunicare con lo storytelling verde
Oggi per essere vincenti sul mercato bisogna sapersi raccontare, fare storytelling verde, che non vuol dire “raccontare storie”, ma “comunicare attraverso racconti”. Lo storytelling è applicato come dispositivo per la creazione di contenuti, strumenti e processi. Ci sono anche azioni e reazioni che sono strettamente legate al neuromarketing.
Lo storytelling serve a:
- essere compresi e riconosciuti;
- essere ricordati;
- trovare connessioni relazionali;
- generare appartenenza;
- coinvolgere ed emozionare.
Non serve invece a:
- informare asetticamente;
- vendere senza avere creato un mondo simbolico di riferimento;
- intrattenere senza coinvolgere;
- provare qualcosa di nuovo e diverso.
Quando parliamo di storytelling green oltre a “dare e dire” in modo generoso bisogna inserire anche il termine etico. Ogni storytelling contiene:
- perché voglio raccontare;
- cosa voglio raccontare;
- dove lo voglio raccontare;
- come lo voglio raccontare.
Da grandi aspettative derivano grandi responsabilità.
“Bisogna conoscere i dati per decidere: le ricerche di mercato e il monitoraggio del brand online sono fondamentali nel green marketing – ha detto Zanchi – Occorre raccogliere e analizzare le opinioni per trasformare informazioni utili a chi, all’interno dell’azienda di beni e servizi, deve prendere decisioni”.
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