28 06 2023
Take
more.
Il nuovo metaverso che si sviluppa in ambito b2c e b2b/b2 è l’extended reality, composta da realtà aumentata, mista e virtuale. Se ne è parlato in occasione di un convegno organizzato dal Politecnico di Milano, durante cui è stato presentato un nuovo Osservatorio dedicato a questo settore che ha censito 231 progetti sviluppati nel mercato italiano.
I comparti protagonisti
I settori più attivi sono risultati turismo e arte (34%), retail (25%), seguiti a distanza da automotive (9%) e healthcare (8%).
“In ambito turismo e arte vengono offerti nuovi servizi immersivi come la fruizione da remoto di tour ed eventi, l’offerta di contenuti interattivi e l’attività di gamification – ha detto Claudio Conti del Politecnico di Milano – Nel mondo retail l’uso è invece rivolti a informazioni aggiuntive sui prodotti in store, anteprime dei prodotti e showroom virtuali”.
In altri settori le applicazioni sono, ad esempio, aule virtuali, anteprime di auto e dei suoi componenti, informazioni aggiuntive a disposizione di medici e pazienti.
“Nel b2b e b2e il settore prevalente è l’industrial production (35%), dove vengono fornite informazioni aggiuntive per supportare le attività di manutenzione e controllo qualità di produzione – ha proseguito Conti – C’è poi l’healthcare (23%) in cui avvengono simulazioni virtuali di interventi chirurgici e collaborazione virtuale da remoto tra medici”.
In altri comparti, l’extended reality è usata anche per la simulazione di situazioni pericolose di lavoro in ambiti virtuali e la creazione di stanze virtuali per percorsi di formazione specifici. In tutti i diversi mercati la tecnologia più diffusa è la realtà aumentata.
I benefici
Quali sono i principali benefici dell’extended reality? “In ambito b2c l’aumento dei ricavi – ha risposto Conti – Nel b2b si registrano aumento della produttività, riduzione dei costi, maggiore efficacia dei processi di formazione e aumento della sicurezza. Al momento, le soluzioni tecnologiche sono mature, l’approccio è consapevole e strutturato da parte delle aziende, con chiare evidenze sui vantaggi”.
Le principali aree di sviluppo sono la diffusione dei device che permetteranno esperienze più immersive e delle tecnologie WebXR, la maggiore integrazione dei progetti b2c su strategie digitali e omnicanale, un più ampio utilizzo tra le Pmi.
Lo scenario attuale del metaverso
Qual è oggi lo scenario del metaverso? Secondo Jacopo Fracassi del Politecnico di Milano bisogna considerare tre elementi chiave: extended reality, mondi virtuali e interoperabilità.
“Il metaverso è un ecosistema immersivo, persistente, interattivo e interoperabile composto da molteplici mondi virtuali interconnessi in cui gli utenti possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare – ha detto Fracassi – Il termine viene spesso erroneamente utilizzato per identificare un singolo mondo virtuale, ma è un concetto più ampio e rappresentativo dell’interconnessione tra più mondi virtuali differenti”.
Per verificare come si evolve questo sistema il Politecnico di Milano ha analizzato 212 mondi virtuali. È emerso che a oggi non esiste ancora una piena interoperabilità tra i mondi virtuali, ma si inizia a intravedere qualcosa con gli NFT.
È possibile ottenere asset e possederli, ma non si ha pieno controllo su di essi. A seconda dei casi, viene usata una propria valuta interna o globale, oltre ai metodi di pagamento digitali. Il metaverso è quindi l’unione di più mondi virtuali e ciascuno si distingue per caratteristiche specifiche.
“Dalla nostra analisi emerge che sono 116 i mondi “metaverse-ready” – ha concluso Fracassi – Circa un quarto del campione rappresentato è invece open world e potrebbe rientrare in futuro nel metaverso, qualora interagissero alcune componenti di interoperabilità”.
The next Big Thing
Umberto Bertelè del Politecnico di Milano ha ricordato che da tempo siamo in attesa di “The next Big Thing” nel mondo digitale.
“Negli ultimi anni si è parlato di criptovalute, NFT, blockchain – ha detto – Oggi è aumentata molto l’attenzione verso l’intelligenza artificiale mentre è un po’ calata quella nei confronti del metaverso, che per il momento riguarda soprattutto le società di gaming. A fronte delle difficoltà del metaverso ‘alla Zuckerberg’ il successo è per ora riferibile soprattutto a questo mondo”.
Un mercato immaturo
Claudio Conti ha presentato un’analisi di progetti realizzati in ambito metaverso da 308 aziende. I settori più attivi sono risultati essere retail (37%) ed entertainment (27%), seguiti dall’ IT (12%).
I progetti hanno riguardato, ad esempio, lancio di nuovi prodotti, attività di gamification, realizzazione di eventi, selezione e formazione del personale, riproduzione di uffici.
Dall’analisi è emerso che il 71% dei progetti censiti è stato sviluppato su una piattaforma di metaverso e il 15% su piattaforme Open World.
In sintesi:
- il mercato è ancora immaturo;
- gli obiettivi sono soprattutto di comunicazione e marketing;
- sono ancora pochi i mondi virtuali coinvolti.
“È interessante guardare a questi progetti per iniziare a prefigurare gli scenari applicativi una volta che il metaverso sarà realtà”, ha concluso Conti.
Un percorso appena iniziato
Cosa manca al metaverso per diventare realtà? Secondo Valeria Portale del Politecnico di Milano bisogna considerare tre aspetti:
- nell’extended reality mancano UX e device (bisogna affinare, ad esempio, l’aspetto grafico. In ogni caso, le tecnologie di ER continueranno il loro percorso a prescindere dal metaverso);
- nei mondi virtuali mancano utenti gli utenti e le esperienze di valore (in Italia ci sono 1,4 milioni di utenti del metaverso, ma pochi navigano ogni giorno e la base è molto frammentata. Spesso le esperienze non sono all’altezza delle aspettative e allontano le persone);
- manca ancora il concetto di interoperabilità e l’abilitazione potrà avvenire solo tramite il Web 3.
“Lo sviluppo del metaverso è legato alla diffusione di questi trend o alla nascita di soluzioni alternative – ha concluso Valeria Portale – Il percorso è ancora solo all’inizio e non bisogna farsi condizionare dalle mode, dagli entusiasmi o dal pessimismo. In realtà dobbiamo ancora scoprire cosa potrà o meno essere il metaverso nel prossimo futuro”.
Tecnologia