15 07 2021
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La digitalizzazione ha consentito di reagire in modo più efficace alla situazione causata dalla pandemia: solo il 4,1% delle aziende già avanzate in ambito digital ha riscontrato un calo dell’attività, mentre il dato si è raddoppiato per le aziende che non si sono fatte trovare già pronte.
Questo è uno dei dati emersi nel Rapporto annuale dell’Istat 2021, in cui si legge:”Le tecnologie digitali rappresentano una componente strategica per la competitività dei paesi e per l’evoluzione dei sistemi produttivi verso una maggiore sostenibilità”.
Gli investimenti nella digitalizzazione
Una conferma di ciò che era già emerso in altre ricerche, con qualche dato ulteriore. Ad esempio, l’Italia investirà in progetti di digitalizzazione circa il 27% dei 235 miliardi di euro previsti tra Pnrr e fondi React-Eu (questi ultimi incidono sul totale per 13 miliardi).
Un aspetto su cui bisogna ancora lavorare molto è quello relativo alla carenza di competenze adeguate in ambito tecnologico. In Italia, solo il 3,6% dell’occupazione complessiva riguarda le professioni Ict, contro il 4,3% della media dell’Unione europea.
E anche tra chi ha una professionalità in ambito Ict, meno del 40% ha nel nostro Paese una preparazione di livello universitario (la media Ue è del 66%).
Crescono cloud e smart working
Positivo è il dato relativo alla crescita del cloud: nel periodo tra il 2018 e il 2020 si è passati dal 23% al 59% delle aziende che utilizzano questa soluzione tecnologica.
Meno brillanti, invece, i dati relativi allo sviluppo dell‘e-commerce e dell’analisi dei Big data.
Un elemento caratterizzante del 2020 è stato il boom dello smart working a seguito soprattutto del lockdown, un processo destinato – almeno in parte – a caratterizzare anche il lavoro del futuro.
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