13 03 2023
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“Internet rappresenta il 4% delle emissioni globali di Co2 e chi si occupa di digital advertising deve porsi degli obiettivi concreti di sostenibilità”. Lo ha detto Andrew Hayward-Wright di IAB Europe, intervenuto nei giorni scorsi al webinar “Shaping digital sustainability” organizzato da IAB Italia.
“La sostenibilità è un problema complesso che va oltre le emissioni di Co2 e l’impatto sul meteo – ha proseguito – In questo contesto tutti devono fare la loro parte, dai governi alle aziende”.
I risultati di un’indagine
Hayward-Wright ha presentato i risultati di un’indagine svolta su un campione di 256 operatori del settore di 29 paesi e pubblicata nello “State of Readiness – Sustainability in Digital Advertising” di IAB Europe, da cui è emerso che la sostenibilità è oggi un obiettivo fondamentale per la digital advertising.
Dalla survey è emerso che:
- il 55% degli intervistati ritiene che la propria azienda abbia avviato o compiuto progressi significativi nel percorso verso la riduzione di Co2, mentre il 18% non ha ancora iniziato farlo;
- tra chi si è attivato, il 50% ha svolto o sta effettuando un audit di sostenibilità, il 46% ha un responsabile della sostenibilità dedicato e il 46% ha creato una lista di controllo;
- alla domanda su quali fossero le principali sfide da affrontare, la sostenibilità è risultata una delle prime tre, subito dopo il targeting e la misurazione senza cookie;
- la misurazione della Co2 è stata citata come l’azione principale per guidare la riduzione delle emissioni nella pubblicità digitale (il 35%), seguita dalla creazione di standard coerenti (33%) e dalla fornitura di strumenti e soluzioni in grado di ridurre le emissioni prodotte dalla digital advertising (25%);
- il 51% degli intervistati ha dichiarato che le proprie aziende attualmente non misurano le emissioni prodotte dagli annunci digitali.
Per affrontare le tematiche della sostenibilità IAB Europe si è dotata di un Advisory Board indipendente, che si avvale della consulenza di esperti di tematiche ambientali.
“Conciliare i diversi requisiti di sostenibilità di regolamenti, investitori, concorrenti, inserzionisti, dipendenti e consumatori è enorme e richiederà un grande impegno da tutti – ha concluso Hayward-Wright – E affrontare la sfida con il supporto di IAB Europe può essere di grande aiuto”.
Investire su data center sostenibili
Amelie Grenier-Bolay di PubMatic ha detto che occorre una sempre maggiore responsabilità degli operatori, che devono aiutare i responsabili media buying a muoversi in modo sostenibile.
Secondo un’indagine di PubMatic, il 60% di buyer e publisher non ha ancora davvero cambiato il proprio modo di lavorare in base a principi di sostenibilità, ma intende farlo in futuro. Esiste però un 23% che dice aver modificato l’approccio in un’ottica più rispettosa dell’ambiente.
“Il trasferimento dei dati, dai video alle immagini, richiede energia e ha un impatto significativo sull’ambiente – ha spiegato Amelie Grenier-Bolay – Bisogna quindi investire, ad esempio, sui data storage”.
I data center sostenibili devono essere caratterizzati da:
- energie rinnovabili;
- ottimizzazione del traffico;
- riciclo;
- partner sostenibili;
- riduzione delle emissioni.
“Bisogna puntare sulla green supply chain e sulla misurabilità degli interventi a favore della sostenibilità – ha concluso – La trasparenza di quello che si fa è fondamentale”.
Ridurre la carbon footprint
Antonella La Carpia di Teads ha spiegato che la sua azienda misura la carbon footprint e si attiva per ridurla.
“Nonostante le imprese abbiano accelerato la decarbonizzazione, il 93% ha fallito l’obiettivo di diventare a emissioni zero – ha detto – Altri dati da considerare sono che la digital advertising ha una carbon footprint pari al 4% del totale e l’uso dell’energie di data center e network è cresciuto del 60% tra il 2015 e il 2021. Si consideri, inoltre, che un milione di impression equivale, in termini di emissioni, a un volo aereo da Parigi a New York. Bisogna quindi adottare tutte le misure necessarie per riuscire a ottimizzare i consumi”.
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