27 05 2020
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Il processo di digitalizzazione dei musei italiani, già in atto pur con molti ritardi, subirà un’accelerazione per adeguarsi alle nuove esigenze degli utenti nate con il lockdown, che ha cambiato il modo di fruire la cultura. Di questo si è discusso oggi in occasione di un convegno in streaming del Politecnico di Milano, durante cui sono stati presentati gli ultimi dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e nelle Attività Culturali.
Un museo su due ha un sito online
Deborah Agostino, direttore dell’Osservatorio, ha spiegato che prima dell’emergenza il digitale è stato un complemento all’esperienza di fruizione. “Oggi quasi un museo su due ha un sito Web proprietario, ma la situazione è stazionaria rispetto all’anno scorso, anche se è finalmente chiara l’importanza dell’adattabilità ai sistemi mobile – ha detto – Le app continuano a essere poco adottate, nonostante le funzionalità. I musei che scelgono i social network per relazionarsi con i propri pubblici sono sempre di più: il 76%, contro il 68% dell’anno scorso”.
Il social media più usato è Facebook (76%), seguito da Instagram (45%). Durante il lockdown l’online è diventato il canale pervasivo e l’uso dei social da parte dei musei è raddoppiato. Anche la partecipazione social del pubblico è cresciuta molto con una crescita, tra febbraio e marzo, del 51% dei follower su Facebook e del 7,2% su Instagram.
Come sarà la fruizione dei musei l’anno prossimo? “Ci sarà probabilmente un aumento della fruizione on demand – ha risposto Deborah Agostino – Si assisterà a una maggiore personalizzazione e si andrà verso un maggior utilizzo di diversi media”.
Tre musei su quattro ancora senza online ticketing
Secondo Eleonora Lorenzini, direttore dell’Osservatorio, finora le priorità di investimento sono stati i servizi di supporto alla visita in loco, mentre minore attenzione è stata dedicata alla digitalizzazione di processi, che saranno sempre più rilevanti per il customer journey dell’utente. Basti solo pensare che tre musei su quattro non consentono l’online ticketing e solo ora capiscono l’importanza di questo servizio”.
Dai dati dell’Osservatorio emerge che il 93% dei musei è dotato di strumenti per il controllo degli accessi, ma nel 71% dei casi si è ancora fermi allo stacco manuale dei biglietti all’ingresso. Sono invece già molti (81%) i musei che hanno investito sulla digitalizzazione della collezione. Un museo su due ha inoltre personale dedicato all’innovazione digitale, anche se nel 37% dei casi non esiste un team dedicato.
“In futuro l’uso dei dati sarà una competenza sempre più importante – ha detto Eleonora Lorenzini – Molti musei monitorano le recensioni sui social, ma c’è ancora carenza nella raccolta sistematica dei dati e nell’analisi orientata a migliorare l’offerta. Iniziano a diffondersi i servizi accessori, con le opportunità del digitale ancora poco valorizzate. Il ripensamento in ottica digitale del sistema d’offerta potrà fare perno su interazione e personalizzazione”.
Fare incontrare il mondo dei musei con l’industria creativa
Secondo Michele Andreoletti della Fondazione Cariplo bisogna ripensare i contenuti, la narrativa e il modo stesso di lavorare dei musei. “Quello avvenuto durante il lockdown ha trasformato la fruizione dei musei – ha detto Andreoletti – Nei prossimi anni sarà sempre più importante l’innovazione e bisogna aiutare a elaborare nuovi paradigmi, occorre fare incontrare il mondo dei musei con quello dell’industria creativa”.
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