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12 02 2020

Come scrivere per piacere a Google

Piace a Google? È stata questa la domanda iniziale del corso di Web writing, che si è svolto oggi a Fieramilanocity. Saper rispondere a questa domanda è oggi fondamentale, considerato l’impatto dirompente che il digitale ha avuto sul mondo della comunicazione. Basti pensare che negli ultimi tre anni sono stati creati più contenuti che in tutta la storia della scrittura. Internet è la seconda rivoluzione nell’informazione dopo l’avvento della stampa.

Mariateresa Montaruli, web writing specialist, ha iniziato con una citazione della giornalista Emanuela Audisio: “Cosa si può dire di più sul prima e sul dopo visto che il durante è oggi sotto gli occhi di tutti? Il racconto dello sport, ad esempio, era letteratura, ora è matematica (si parla di doping, tecnologia, nutrizione). Non siate competitivi con chi fa vedere e ascoltare lo sport: voi lo dovete far leggere. Trovate le parole”.

E le parole bisogna trovarle anche per scrivere sulla Rete. “Prima c’era uno spazio definito, le notizie erano in concorrenza tra loro, gli articoli descrittivi – ha spiegato Mariateresa Montaruli – Oggi invece lo spazio è infinito e a costi bassi, l’esposizione rimanda ad altri testi con i link, ci sono i video, il tono è più colloquiale e a volte si cade un po’ troppo nella trappola dei like. Questo perché la comunicazione è priva di intermediazione, ma scrivere solo per cercare consenso non è buon giornalismo”.

 

Come usare la SEO per ottimizzare i testi per Google

In questo contesto, per tornare alla domanda iniziale, cosa piace a Google? Ci sono dei vincoli determinati dalla SEO, che serve per rendere i testi ottimali per il motore di ricerca. Non è una scienza esatta, ma studia i comportamenti degli algoritmi di Google, che è usato dal 94% degli utenti Web.

Gli algoritmi si basano su 200 indizi, o segnali unici, che determinano il posizionamento di una pagina. Anche il contesto e l’autorevolezza di dove vengono pubblicati i testi è importante per Google.

Bisogna considerare che i contenuti sul Web sono:

  • persistenti (bisogna quindi fare attenzione ai tempi dei verbi e i contenuti non devono sembrare vecchi);
  • lenti (sono letti più lentamente rispetto alla carta stampata);
  • brevi (ma a parità di qualità Google predilige i testi lunghi);
  • hanno virtualmente uno spazio infinito e a costo zero;
  • strutturati in paragrafi;
  • audaci (bisogna superare il “terrore semantico”, è meglio scrivere “fare” di “effettuare”);
  • utili (l’80% delle ricerche riguarda la ricerca di informazioni).

 

L’importanza di posizionarsi in una grande biblioteca virtuale

Google è come una grandissima biblioteca in cui il problema è strutturare lo spazio in modo da trovare i libri secondo diversi criteri. È interessante rilevare che dal settore viaggi dipende il 76,20% delle ricerche di Google e, in questo, il comparto del turismo è secondo solo a medicina e salute. Il 19,25% è traffico diretto, mentre solo il 4,34% proviene dai social.

Google si occupa di scansione, indicizzazione e posizionamento. Il testo online deve essere rilevante rispetto alla ricerca, pertinente nel contenuto e di qualità, con un contenuto originale, inedito, esaustivo. I siti o blog devono essere veloci e adattabili al mobile.

Su Google la posizione è molto importante. La prima posizione nei risultati di ricerca organica ha un CTR (Click-through rate) del 31,7% e le prime tre ricevono il 75,1% del traffico. È importante essere tra i primi sei, mentre dal settimo al decimo posto l’efficacia è quasi equivalente.

Solo lo 0,78% degli utenti di Google continua a cercare anche nella seconda pagina. In media, una ricerca produce l’8,1% di click e sono pochissime le parole chiave che producono molto traffico.

Mariateresa Montaruli ha concluso con una citazione di Francesco Sabatini dell’Accademia della Crusca: “La parola testo deriva da textus, participio passato di texere. Sulla pagina c’è un tessuto, una trama di parole. Un intreccio di passaggi costruiti intorno a un tema e a un titolo, una parola chiave. Ma senza la matassa, che è nel cervello dell’autore e del lettore, non si otterrebbero i tessuti”.

 

 

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