01 02 2023
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L’italiano inclusivo fa andare oltre la lingua. Pensare a come formulare una frase inclusiva non influenza solo il linguaggio, mette nella condizione di porsi il problema anche in altre circostanze.
Se ne è parlato a un webinar organizzato da Google che ha fornito degli strumenti utili per approcciare in modo corretto il copy inclusivo.
“Quando si pensa a quali parole usare per includere bisogna analizzare la situazione da più punti di vista – ha spiegato Claudio Russo di Google – La pratica di una lingua inclusiva si realizza con l’attenzione verso cosa e come dire quello che si vuol comunicare. Ad esempio, le categorie sociali eclissano le unicità individuali e vanno usate con cautela”.
Le regole da seguire
Alcuni consigli da considerare prima di scrivere:
- cercare le domande giuste e, soprattutto, farle alle persone che sono direttamente interessate;
- consultare i glossari (ad esempio, queercultureguide.com);
- provare, sbagliare. E poi provare e sbagliare di nuovo;
- una persona non è una sua caratteristica;
- rigirare le frasi aiuta a non specificare un genere;
- gli “spettri” non devono più spaventare (non ci sono due generi, ma uno spettro di generi. L’italiano ha solo due generi linguistici, il neutro non esiste, ma alcune parole sono invariabili: ad esempio, artista e astronauta, anche se solo al singolare).
Gli esempi
Qualche esempio concreto:
- non bisogna usare “un/una disabile”, ma “una persona con disabilità”;
- non scrivere “costretta sulla sedia a rotelle”, ma “con la sedie a rotelle”;
- non usare “una persona Down”, ma “una persona con la sindrome di Down”;
- evitare di considerare straordinari dei traguardi ordinari raggiunti dalle persone con disabilità (e altri pietismi simili);
- meglio scrivere “persona cieca o sorda” di “non vedente o non udente” (noi non ci presentiamo come persone vedenti):
- non usare termini come razza (piuttosto meglio etnia) o minoranza (meglio comunità o persone). Meglio ancora specificare con un aggettivo;
- evitare “car* tutt*”, preferire invece “ciao, caro team, gentili”;
- non usare “diritti dell’uomo” o “l’uomo medievale”, ma “i diritti umani” o “i popoli medievali”;
- attenzione all’ordine in cui si nominano donne e uomini: è consigliabile evitare di nominare sempre la stessa persona per prima.
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