17 06 2022
Take
more.
Il 73% degli esperti di media ritiene sia importante che nella pubblicità si eviti l’accostamento a fake news, ma solo il 47% ha delle linee guide chiare da seguire.
Questo è uno degli elementi che emergono dallo studio “Misinformation & Media Quality” realizzato da Ias (Integral Ad Science).
Un problema sottovalutato
Quali sono i comportamenti messi in atto per prevenire il problema? Il 45% degli intervistati blocca tipologie di contenuti, il 43% temi particolari e il 38% aree geografiche considerate a rischio.
Il 32% degli esperti di media utilizza o prevede di farlo metodi di targeting e avoidance basati sul contesto e il 18% utilizza parti di avoidance pre o post-bid per evitare di essere inseriti in contesti inadatti. Percentuali ancora troppo basse, che denotano un approccio insufficiente.
Il rischio è un impatto negativo sulla reputazione aziendale e un allontanamento dei consumatori da un determinato brand.
Il rischio social
Un “corto circuito” riguarda i social network: il 42% degli intervistati li considera una priorità, ma nello stesso tempo il 60% li valuta come l’ambiente in cui il rischio di fake news è più elevato.
Dati e ricerche