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17 06 2021

B2b: fisicamente lontani, digitalmente vicini

Cosa è accaduto nel b2b durante la pandemia? A questa domanda ha risposto un convegno organizzato dal Politecnico di Milano, durante cui è stato spiegato che le aziende già attive prima nella trasformazione digitale hanno ottenuto i risultati migliori.

Qualche dato: l’81% delle imprese che l’anno scorso ha registrato un calo di fatturato era sprovvista di tecnologie per la digitalizzazione dei processi fino al Covid, percentuale che scende al 55% tra chi aveva invece già almeno una tecnologia di questo tipo. È un dato su cui riflettere, soprattutto oggi che nascono nuove opportunità di investimento offerte dai fondi europei.

 

Il futuro è di AI e blockchain

Paola Olivares del Politecnico di Milano ha ricordato che il nostro tessuto industriale è composto da cinque milioni di imprese, in larga parte Pmi.

Il 2020 ha portato ha una riduzione del transato del 6%, con un calo più contenuto dell’e-commerce b2b (-1%). Le filiere e-commerce che incidono di più sono largo consumo (21%), automotive (20%) e farmaceutico (7%), ma mentre il primo comparto l’anno scorso è cresciuto dell’86,2%, il secondo è calato dell’80,2%. Lo stesso fenomeno è avvenuto anche all’estero.

Quali sono le tecnologie che abilitano le tecnologie b2b? E in quale direzione si andrà dopo l’emergenza sanitaria? “In generale, il numero di marketplace b2b censiti ha segnato una crescita esponenziale – ha detto Paola Olivares – L’impulso dato dal Covid all’attivazione di progetti di digitalizzazione è stato alto (49%) ed entro il 2022 il 39% delle imprese prevede di investire in questa direzione, soprattutto per quanto riguarda l’automazione dei processi e le nuove tecnologie quali intelligenza artificiale e blockchain. Possiamo quindi dire che le imprese italiane hanno migliorato la propria maturità digitale nel b2b durante il 2020 e, in futuro, ci sarà un’adesione massiccia al digitale a supporto di processi b2b”.

 

Bisogna investire sulla valorizzazione dei dati

Le imprese italiane valorizzano i dati strutturati a disposizione? “La quasi totalità delle imprese ha progetti embrionali o assenti sull’analisi dei dati – ha spiegato Camillo Loro del Politecnico di Milano – Circa un quarto delle imprese italiane utilizza però i dati per migliorare competitività e produttività”.

Le principali applicazioni di intelligenza artificiale si concentrano su una migliore analisi e gestione dei dati per il monitoraggio della domanda e sulla gestione della supply chain.

Al momento, solo il 18% delle imprese italiane si può dire abbia raggiunto un buon livello di utilizzo e integrazione dei dati.

 

I quattro pilastri della Customer Experience b2b

Marta Valsecchi del Politecnico di Milano ha ricordato che si assiste alla nascita di nuovi canali di contatto. Questo porta a innovare i modelli di business con aziende che devono diventare sempre di più non solo multicanali, ma omnicanali e fortemente orientate al cliente.

In un’ottica di customer experience b2b bisogna lavorare su quattro pilastri:

  • strategia (vision, commitment, obiettivi);
  • organizzazione (abbattimento dei silos aziendali);
  • dati (gestione e valorizzazione);
  • tecnologia (architettura adeguata).

Dall’intervista di 25 aziende medio-grandi è emerso che c’è ancora una tendenza ad avere un approccio tattico e non strategico.

“Occorre una comprensione dei benefici concreti per le aziende – ha concluso Marta Valsecchi – Bisogna poi adottare una strategia step-by-step, puntare sulla collaborazione e condivisione dei dati”.

 

 

 

 

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