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02 12 2020

Assintel Report Reloaded: dall’Ict ottimismo per il 2021

Il settore dell’Ict guarda al 2021 con ottimismo: oltre un’azienda su due pensa che andrà meglio di quest’anno, mentre per una su tre sarà uguale. A dirlo sono i dati contenuti nell’ultimo Assintel Report Reloaded, presentato oggi online in collegamento con il Meet di Milano, che ha preso in considerazione un panel composto all’85% da microimprese, piccole imprese e start up.

“Durante la pandemia le aziende Ict si sono dimostrate resilienti – ha detto Paola Generali, presidente di Assintel – Basti pensare che il 53,2% dei nostri associati prevede una chiusura stabile o positiva del 2020. C’è una grande domanda di digitalizzazione e questo aiuta il settore”.

Su cosa investiranno in futuro le aziende Ict? Soprattutto su smart working (85,2%), business development e R&S (57,6%) ed efficientamento dei processi (49%).

 

La sfida per il 2021 sarà la digital parity

Secondo Fabio Rizzotti di Idc Italia, in questa epoca così difficile intere catene del valore sono entrate in un’ottica nuova.

Quali sono considerati i rischi maggiori? Tenuta finanziaria, tenuta delle persone e aspetti della catena operativa. Alcune aziende hanno rivisto i propri progetti di trasformazione digitale, mentre altre hanno continuato a investire in questa direzione.

“Per la prima volta nella storia assistiamo a un calo del settore Ict, stimato in circa il 2%, ma minore rispetto a quello del Pil – ha detto Rizzotti – La parte dell’economia che funziona è sempre più legata alla tecnologia”.

Per quanto riguarda l’innovazione, in Italia le priorità sono:

  • cambiare i modelli di lavoro;
  • ripensare le relazioni con l’ecosistema di riferimento;
  • aumentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

“Entro il 2021 il 65% delle imprese avrà adottato principi digital-first – ha concluso Rizzotto – L’accelerazione del cloud sarà doppia e bisognerà abilitare intelligenze di prossimità. La sfida per l’anno prossimo sarà la “digital/technical parity”.

 

Le tre condizioni per uscire dalla crisi

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha spiegato che una volta si parlava di new economy, quando ci fu l’avvento di Internet, mentre oggi ci troviamo di fronte a un’altra nuova economia, ma molto diversa. Nasce su una crisi causata dall’economia e ci salveremo, ma solo a tre condizioni:

  • coesione (non si deve ampliare il digital divide);
  • investimenti (occorre investire sul futuro anche se è difficile farlo in questo momento);
  • responsabilità (il mondo del digitale deve prendersi la responsabilità di “avere un’anima” per essere sempre di più al servizio del miglioramento della qualità della vita delle persone).

“Concludo con una citazione di papa Francesco – ha detto Sangalli – Da una crisi si può uscire migliori o peggiori, ma non si può uscire uguali. Spetta quindi a noi fare in modo che se ne esca migliorati”.

 

 

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