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22 06 2023

AI: per un italiano su due è positiva, ma va controllata

Per il 49% degli italiani l’AI può essere positiva, ma va tenuta sotto controllo. Lo rivela un’indagine condotta da Swg su un campione di mille persone, presentata ieri in occasione del W3A Forum di Milano.

La ricerca registra un 25% di persone per cui l’intelligenza artificiale può risultare utile in alcuni casi, ma comporta rischi elevati, e un 11% secondo cui è qualcosa di molto pericoloso da evitare assolutamente.

Cosa attira, cosa frena

Nella quotidianità, l’artificial intelligence viene considerata utile per:

  • gestire le temperature della casa e gli elettrodomestici (70%);
  • gestire scadenze e appuntamenti (69%);
  • gestire la videosorveglianza della casa (69%);
  • monitorare lo stato di salute (62%);
  • accedere a corsi di formazione (61%).

A frenare è soprattutto l’idea di non essere più protagonisti. In particolare:

  • il fatto di delegare a una macchina le responsabilità delle mie scelte (40%);
  • il rischio che possa prendere il controllo e decidere per me (34%);
  • i risultati inaffidabili (28%).

Gli impatti sulla vita

In generale, il 64% degli intervistati si dichiara preparato al cambiamento tecnologico, ma si registra un calo del 12% rispetto al 2018. I più impreparati sono i senior e i ceti fragili.

Secondo gli intervistati, l’impatto del Web3 riguarderà soprattutto la vita professionale (55%) e relazionale (53%). Il primo aspetto riguarda in modo particolare gli operai e in misura minore i “colletti bianchi”, il secondo i giovani.

Il metaverso si avvicina?

Per quanto riguarda il metaverso, una persona su due è d’accordo sul fatto che si stia avvicinando. Più in dettaglio, le risposte sono state:

  • è un’idea verosimile e praticabile, ma siamo ancora in una fase sperimentale e lontana dalla realizzazione (37%);
  • non è questo il futuro, al massimo lo può rappresentare per i videogiochi (22%);
  • sì, il futuro è nel metaverso (14%).

Cosa sarebbero disposti a fare gli italiani nel metaverso?

  • reclami presso sportelli o uffici virtuali (57%);
  • seguire lezioni, partecipare a convegni (56%);
  • accedere a spazi virtuali per il benessere (49%).

A frenare nell’approccio al metaverso sono invece:

  • sensazione di isolamento sociale e disagio a interagire in un ambiente che non è reale (46%);
  • impatto sulla salute mentale, rischio di sviluppare una dipendenza (28%);
  • timore che i dati personali non siano al sicuro (24%);
  • rischio di esperienze sgradevoli/disagevoli (17%);
  • scomodità dei dispositivi (15%).

Gestire l’intelligenza artificiale

“Oggi tutti parlano di intelligenza artificiale, che però ha dei limiti di cui bisogna parlare – ha detto Ivana Bartoletti di Wipro – Milioni di persone usano chat Gpt che è molto utile, ma bisogna sempre avere un approccio critico. Nelle aziende sono necessarie persone che sappiano usare i dati e sceglierli con cognizione di causa. Per essere efficienti è necessaria una governance dell’AI: la tecnologia può essere di supporto, ma bisogna sempre avere gli obiettivi chiari”.

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