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07 02 2025

AI, attenzione a dati, ambiente e inclusione

L’AI è il motore della nuova rivoluzione tecnologica in atto, ma bisogna prestare attenzione ad aspetti quali la protezione dei dati, l’impatto ambientale e il rischio di poca inclusività.

Se ne è parlato a un incontro che si è svolto all’Università Statale di Milano, durante cui è stato presentato il piano dell’ateneo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, che mira a cogliere le opportunità affrontando le sfide con consapevolezza.

L’AI Act

Giovanni Ziccardi, professore di informatica giuridica all’Università Statale di Milano, ha ricordato che secondo l’art.14 dell’AI Act bisogna comprendere le capacità e i limiti dell’intelligenza artificiale ed essere in grado di monitorare il suo funzionamento anche per affrontare anomalie, disfunzioni e prestazioni inattese.

“Occorre massima trasparenza nell’uso e una supervisione umana che richiede un’elevata competenza”, ha spiegato Ziccardi.

Proteggere i dati personali

Secondo Pierluigi Perri, professore associato in Sicurezza informatica, privacy e protezione dei dati sensibili presso la Facoltà di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Milano, è indispensabile la protezione dei dati personali perché a volte esiste opacità delle fonti di training e del funzionamento dei sistemi di AI, utilizzo non dichiarato di dataset raccolti per altre finalità e inutilizzabilità dei dati raccolti illegittimamente.

“In alcuni casi l’AI funziona con il ‘trucco del cartomante’ – ha spiegato – Ha bisogno di un’elevata profilazione per dare risposte sorprendenti. Per questo è necessario venga alimentata con dati di qualità”.

Lo strumento di AI deve rispecchiare i requisiti fondamentali del nostro ordinamento. È quindi necessaria:

  • adozione di strumenti verificati e vagliati;
  • valutazione d’impatto per prevenire e gestire i rischi;
  • minimizzazione dei dati personali.

Bisogna poi considerare l’aspetto ambientale dell’AI perché:

  • i sistemi di AI sono energivori;
  • la rapida evoluzione di tali sistemi potrebbe escludere una parte di utenza dai benefici di questa tecnologia;
  • crescono gli attacchi informatici che violano sistemi e applicazioni di AI.

L’indagine della Statale

Alfio Ferrara, professore di Computer Science all’Università Statale di Milano, ha spiegato che all’interno della Statale si perseguono obiettivi di AI Literacy.

“Vogliamo fornire conoscenze e non solo competenze – ha detto – Si tratta non semplicemente di saper fare, ma di conoscere veramente la natura di queste tecnologie. Per gli studenti è previsto lo sviluppo di materiali per una bacheca video di ateneo su temi specifici dell’AI, utilizzabile anche come competenze trasversali”.

All’interno dell’Università è stata fatta una ricognizione sull’uso di strumenti di AI con 749 partecipanti. È emerso che gli strumenti più usati per la ricerca sono AI ChatGpt, Microsoft Copilot e Google Gemini. Il maggiore utilizzo è nell’ambito delle scienze umane, agrarie e biologiche. L’uso principale è per revisione/traduzione di testi e contenuti didattici.

 

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