14 05 2020
Take
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Comunicazione e Covid-19: cosa cambia? In questi giorni di emergenza è importante che le aziende mantengano una relazione con i consumatori. Come farlo nel modo più corretto lo ha spiegato il Webinar “Comunicazione e Media Insights al tempo del Covid-19”, organizzato da Kantar.
Capire oggi cosa diventerà mainstream
“Siamo entrati in nuovo mondo in cui alcune cose cambieranno, ma non tutte – ha detto Roberto Rossi di Kantar – In questo periodo ci siamo abituati a nuovi comportamenti sociali e la vita quotidiana di tutti è sottoposta a grandi trasformazioni, che avranno un impatto anche sulla fase successiva”.
Cosa fare? Secondo Rossi occorre focalizzarsi sulla D corretta che non deve essere disease, ma disruption. E in una fase di disruption si accelerano determinati trend, che possono diventare mainstream. È importante cercare di capire già oggi quali sono, per comprendere il futuro del business.
In questi giorni è aumentato il consumo dei media: dal digitale alla televisione. Quest’ultima, ad esempio, ha registrato +41% di Total Day TV, + 32,9% di Day Time e+17,2% di Prime time. La tv è il mezzo più seguito per informarsi, come si può leggere anche in questa news di Take: https://takegroup.it/insights/covid-19-la-televisione-e-la-piu-seguita-per-informarsi/
In generale, il mondo dell’in-home channels è cresciuto, con conseguenti possibilità di ingaggio. I canali Out of Home hanno invece perso il loro ruolo e le sponsorizzazioni hanno registrato un congelamento correlato alla sospensione dei grandi eventi live.
Content is the king: trovare il giusto messaggio durante il coronavirus
In questo nuovo contesto le aziende devono trovare il giusto equilibrio tra i canali di comunicazione, fermo restando che il contenuto creativo svolgerà un ruolo ancora più importante che in passato. Bisogna quindi trovare il messaggio giusto per questo periodo di difficoltà e saper scegliere temi e toni, come si può leggere anche in questa news di Take: https://takegroup.it/insights/i-consumatori-chiedono-alle-aziende-attenzione-verso-la-salute/
Dall’analisi di Kantar è emerso che solo il 6% degli italiani pensa che le aziende dovrebbero smettere di fare pubblicità. Ma cosa è giusto comunicare?
“Da una nostra indagine internazionale svolta in otto paesi, tra cui l’Italia, emerge che la reazione dei consumatori all’advertising non è cambiata molto – ha spiegato Stephanie Leix di Kantar – In particolare, l’81% degli italiani considera la pubblicità on air durante questi giorni appropriata al periodo”.
Il 47% degli italiani alla domanda specifica sull’opportunità o meno dell’uso dell’umorismo ha risposto negativamente. Ma di fronte a uno spot con contenuti umoristici, l’86% ha poi finito per accettarlo. Non è quindi l’umorismo in sé a essere visto come inopportuno, tutti dipende da come viene proposto.
Come cambia l’advertising: spiegare i valori rimanendo autentici e coerenti
E per quanto riguarda l’advertising in cui sono proposti contesti di socializzazione? “Anche in questo caso le reazioni non sono negative – ha risposto Stephanie Leix – Nei momenti di crisi si può avere bisogno di normalità, l’importante è saperlo comunicare nel modo giusto”.
Il 66% dei consumatori italiani vedrebbe poi con favore una comunicazione in cui i brand spiegano i loro valori. Il bisogno c’era già prima, ma si è rafforzato in questo periodo. Questa può essere un’opportunità per settori in cui ora è difficile proporre i propri servizi (ad esempio, il turismo).
Il 74% degli italiani vede invece in modo negativo i marchi che tentano di sfruttare la situazione, ma anche in questo caso tutto dipende dal messaggio che viene veicolato.
E qual è la reazione alla comunicazione realizzata ad-hoc per questo periodo? “L’82% degli italiani pensa che i brand dovrebbero spiegare come possono essere utili in momento difficile come quello che attraversiamo – ha concluso Stephanie Leix – Nel farlo, è importante che le aziende rimangano autentiche e coerenti”.
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