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09 09 2022

Rapporto Coop: gli italiani riducono le spese, ma non la qualità del cibo

L’inflazione corre nel carrello e gli italiani faranno una riduzione selettiva della quantità di cibo, senza però rinunciare alla qualità. Questo è il quadro emerso ieri durante la presentazione di un’anteprima del Rapporto Coop 2022.

“Viviamo una tempesta perfetta, ci troviamo di fronte a un mondo incerto e pericoloso che mette in dubbio il mito della globalizzazione – ha detto Albino Russo, direttore generale di Ancc Coop – I problemi da affrontare sono molti: dalla ‘guerra del grano’, che miete vittime innocenti, alle democrazie sotto attacco, fino all’incubo energia. In questo scenario denso di nubi abbiamo cercato di capire come reagiscono gli italiani”.

 

Gli italiani si rifugiano in una loveland

Dallo studio è emerso che sono in allerta per il nuovo mondo, sono preoccupati per l’economia e la situazione politica. Otto su dieci andranno a votare per chiedere soprattutto lavoro, sanità, riduzione delle tasse e lotta ai cambiamenti climatici.

Di fronte alla situazione che si fa sempre più difficile gli italiani si riducono in una loveland fatta di ricerca di salute e benessere (36%), amore e amicizie (33%), tutela dell’ambiente (31%), onestà e rispetto delle regole (27%), responsabilità e rispetto (27%), libertà e indipendenza (22%).

“Alcuni aspetti sono interessanti, come l’attenzione per l’ambiente con un italiano su due disposto a fare qualcosa in questa direzione – ha spiegato Russo – Esiste però anche una parte del Paese, meno visibile, che vive situazioni di forte disagio e ammette di rifugiarsi in alcol, gioco d’azzardo, psicofarmaci e, in alcuni casi, anche droghe”.

Il Rapporto Coop sottolinea l’esistenza di ben 1,8 milioni di italiani al di sotto del livello di povertà, che ora l’inflazione mette sempre di più in grave difficoltà. “Un problema da affrontare è quello del lavoro che a volte non basta lo stesso per vivere, con salari bassi e sempre uguali, mentre continua ad aumentare il costo della vita – ha proseguito Russo – L’inflazione è tornata ai livelli di quarant’anni fa, sfiora l’8%, e non si tratta di una fiammata, ma di un incendio. Al momento le previsioni economiche sono ancora positive, con una stima di crescita del Pil dell’1,3% e dei consumi nell’ordine dello 0,5%, ma lo scenario purtroppo sta peggiorando”.

 

La strategia delle 3R

Come affrontano la situazione gli italiani? Con la strategia delle 3R:

  • riduzione degli sprechi;
  • riduzione del superfluo;
  • rinvio delle spese.

“Il rischio è alcuni italiani si trovino di fronte alla scelta se pagare prima l’affitto, il mutuo o le bollette – ha commentato Russo – Una parte del Paese è in grande sofferenza e questo avrà effetti sulle vendite anche se, perlomeno per il cibo, la risposta è finora migliore che nella media europea. Ma il rischio è che l’estate stia finendo, sostituita dal gelo nel carrello”.

Gli italiani sembrano così destinati a diventare sempre di più degli “equilibristi della spesa”, alla ricerca della scelta in grado di coniugare qualità e convenienza, in un’ottica generale di maggiore sobrietà ed essenzialità. La parola d’ordine del consumatore è selettività.

“In questo contesto, la marca del distributore potrà avere un ruolo maggiore – ha spiegato Russo – Un altro aspetto importante sarà l’identità alimentare, con gli italiani che cercheranno sempre di più i prodotti legati alla tradizione, al localismo, al made in Italy”.

 

Attenzione per i prodotti a marchio

E la distribuzione? L’e-commerce è cresciuto con la pandemia, ma agli italiani piace sempre fare la spesa di persona e tendono ora a premiare i punti vendita di dimensioni medie e i discount. In questo contesto, la Gdo vive una stagione difficile con il retail che rischia di rimanere schiacciato. C’è poi lo tsunami dell’energia: nel 2020, l’incidenza sui costi della Gdo era dell’1,4% e nel 2023 si stima sarà del 5,2%. Tutto questo peserà circa nove punti sui bilanci della distribuzione.

“Ci sono difficoltà oggettive, ma purtroppo anche della speculazione e su questo aspetto bisognerebbe intervenire con tempestività – ha detto Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia – Il futuro preoccupa, ma ci sono anche elementi positivi da cogliere: il 60% degli italiani affronta la situazione con consapevolezza e concretezza, considerando sempre importante il cibo. La pandemia ha lasciato un’attitudine al food diversa che in passato, visto sempre di più come sinonimo di benessere, socialità e modo di intendere la vita vicino alla nostra tradizione. Ma il cibo deve essere buono, sostenibile e conveniente. Trovare l’equilibrio tra tutti questi aspetti è la sfida che ci troviamo ad affrontare”.

“Dopo la pandemia si temeva che l’attenzione ai temi ambientali finisse nel cassetto, ma non è stata così – ha concluso Marco Pedroni, presidente di Coop Italia – C’è poi la conferma che il cibo continua a rimanere importante anche nell’ambito della spending review, pur con una maggiore attenzione all’essenzialità. Trovo inoltre interessante l’attenzione per i prodotti a marchio, che conferma la bontà della scelta fatta a suo tempo da Coop di investire con decisione in questa direzione per dare risposte, a prezzi convenienti, alla domanda di qualità e sostenibilità”.

 

 

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