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28 01 2021

Il Travel nel 2021, cosa ci aspetta?

Il settore del Travel è stato tra i più colpiti dalla pandemia. Quali sono le previsioni per il 2021? Se ne è parlato a un Webinar organizzato dal Politecnico di Milano.

“In Europa l’impatto del Covid sul turismo ha fatto registrare una flessione del mercato del 69% – ha spiegato Umberto Bertelè del Politecnico di Milano – Ora bisogna chiedersi quali abitudini maturate nel lockdown permarranno. Le grandi catene alberghiere ritengono che alcuni cambiamenti siano destinati a sopravvivere. Occorre capire se la digitalizzazione e la sostenibilità saranno vissute come uno standard, un obbligo o come un differenziale di attrattività”.

 

L’annus horribilis dei viaggi

Per Filippo Maria Renga del Politecnico di Milano il 2020 è stato l’annus horribilis del mercato dei viaggi. Lo dimostrano i risultati di un’indagine che ha riguardato oltre 800 strutture ricettive e travel manager di oltre 150 aziende. I dati sono molti negativi, ma come è cambiato l’impatto a seconda dell’attore?

Tour operator, crociere e agenzie di viaggio hanno registrato un crollo, mentre hanno tenuto di più ospitalità extra-alberghiera, attrazioni e turismo di prossimità – ha risposto Renga – L’e-commerce dei servizi turistici è stato pari al 60%, per un valore di 6,2 miliardi di euro, l’intermediato è calato del 57% e le Ota (Online Travel Agencies) hanno perso il 64%. La prenotazione diretta online del cliente è migliorata, i dati per gli hotel ubicati in città sono stati negativi, mentre hanno tenuto le strutture extra-alberghiere localizzate in aree extra-urbane”.

Quali sono le previsioni del fatturato per il 2021? Tra gli operatori del settore il 45% si aspetta una crescita dell’ospitalità, il 28% una sostanziale stabilità e il 21% un calo. Il turismo organizzato ha una visione più negativa e si aspetta un fatturato pari a un terzo di quello del 2019.

 

La tempesta perfetta dei viaggi d’affari

Andrea Guizzardi del Politecnico di Milano si è soffermato sui viaggi d’affari, che nel 2020 hanno vissuto la tempesta perfetta. Ci sono sei punti da considerare:

  • mercato debole;
  • tensioni internazionali;
  • procedure complesse;
  • trasporti ridimensionati;
  • incontri meno sicuri;
  • mondo diventato più virtuale.

Una stima proiettata fino al 2023 prevede che saranno superati i livelli pre-Covid solo per i viaggi per attività tecniche. A livello internazionale il mercato ha “bruciato” nove miliardi di euro. I segmenti più resilienti sono stati la ristorazione e i trasporti ferroviari, mentre i trasporti individuali (auto a noleggio) sono andati meglio di quelli collettivi (biglietteria). Gli hotel hanno avuto un calo del 61%, con circa 35 milioni di pernottamenti persi.

“Si può dire che è iniziata la rivoluzione nel business travel management in cui hanno sempre più peso i servizi ad elevato valore aggiunto – ha spiegato Guizzardi – Oggi parte del focus si sposta dai costi diretti a sicurezza e qualità”.

Previsioni per il 2021? Circa il 60% degli operatori si aspetta un aumento, mentre il restante teme un’ulteriore diminuzione. Si stima una crescita del 12%, ma vista l’incertezza generale la “forchetta” va considerata molto ampia. La ripresa è attesa soprattutto nel secondo semestre del 2021 e dovrebbe essere più rapida in Italia.

 

Il neverding tourism

Eleonora Lorenzini del Politecnico di Milano ha analizzato la mutazione della domanda dell’offerta nell’avvio della pandemia e ha introdotto il concetto di neverending tourism, un’opportunità per un’experience a 360 gradi, con estensione nello spazio e nel tempo dell’esperienza turistica sia fisica sia digitale.

Questi sono i trend in atto, di cui bisognerà tenere conto per capire il futuro del settore:

  • Nel 2020, il 12% dei turisti digitali ha acquistato online prodotti della destinazione visitata. Questa tendenza è destinata a crescere: oggi l’8% delle strutture ricettive propone l’acquisto di prodotti locali tramite e-commerce, il 39% lo offre in struttura, mentre il 58% non si è ancora organizzato in nessun modo;
  • destagionalizzazione e vacanza fuori dai tradizionali periodi di ferie, con riscoperta di destinazioni minori e strutture ricettive che propongono l’holiday working (smart working in luoghi di villeggiatura);
  • escursionismo e scoperta dei territori vicini (attività legata all’aria aperta, servizi legati a escursionismo e digitalizzazione dei canali);
  • sostenibilità e decisioni più consapevoli. Le strutture ricettive hanno capito l’importanza del tema e l’83% ha messo in atto almeno un’azione conseguente. Il 50% dei viaggiatori dichiara che premierà i brand che adotteranno politiche adeguate;
  • la necessità di distanziamento ha accelerato il processo di digitalizzazione già avviato. Più strutture offrono servizi digitali, il journey si fa sempre più digitale e contactless;
  • cresce l’utilizzo del canale diretto da parte del turista e le strutture si dotano di strumenti per la gestione dei canali;
  • aumenta la necessità di soluzioni e fonti dati integrate per cogliere in tempo reale le esigenze e i comportamenti della domanda e dei competitor;
  • sicurezza, assistenza e flessibilità hanno sempre maggiore rilevanza come driver di scelta sia nell’ambito dei viaggi business sia leisure.

 

Le tre grandi tendenze

Furio Gianforme di Google Italia ha detto che nel 2020 le ricerche di viaggio hanno vissuto una forte contrazione con dinamiche differenti tra continenti. L’evoluzione della pandemia e delle restrizioni si riflette in tempo reale sull’andamento delle ricerche di alloggio in Europa.

Dal 2020 si registrano tre grandi tendenze:

  • cambiano le destinazioni, diventate più locali;
  • cambia il modo di viaggiare, con un aumento del noleggio auto rispetto ai voli economici;
  • crescono le case vacanze rispetto agli alberghi, con maggiore attenzione a sicurezza e flessibilità delle prenotazioni.

Nel 2021, questi saranno i trend:

  • health safety & flexibility “new normal”;
  • domanda domestica e locale ancora centrale;
  • approccio data-driven necessario per adattarsi al consumatore.

Secondo un’indagine di Google, il 52% degli albergatori ha bisogno di maggiori informazioni sui potenziali viaggiatori, il 40% non ha particolari competenze digitali e, in Italia, uno su cinque non ha chiaro da dove partire per colmare queste lacune.

“Come Google ci proponiamo, insieme a Unioncamere, di formare gli imprenditori e sviluppare piattaforme come ‘Italia in digitale’, che offre corsi specifici – ha detto Gianforme – Cerchiamo di sfruttare il digitale per mostrare online le bellezze dell’Italia e abbiamo anche lanciato la piattaforma ‘Hotelinsinsights’, che fornisce informazioni sulle ricerche in base alle diverse categorie di hotel”.

 

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