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16 10 2020

Il 2020 è l’anno di svolta per l’e-commerce

Il 2020 è stato un anno di svolta per l’e-commerce: ha cambiato le abitudini delle persone e durante il lockdown è diventato una leva per contrastare la crisi. È questo il messaggio lanciato oggi in occasione del convegno “E-commerce B2c, la chiave per ripartire”, organizzato online dal Politecnico di Milano.

 

Crescono i prodotti, calano i servizi

Al di là delle considerazioni generali, cosa dicono i numeri? Quest’anno in Italia gli acquisti sul Web hanno un valore di 30,6 miliardi di euro, in calo del 3% rispetto al 2019. Notevole la differenza tra gli acquisti di prodotti (+31%) e servizi (-47%). Buoni risultati per Food & Grocery (+1,1 miliardi di euro), informatica di consumo (+ un miliardo) e abbigliamento (+700 milioni), mentre a risentire della crisi è soprattutto il comparto turismo e trasporti, in calo di 7,2 miliardi di euro.

“L’esplosione del grocery online denota come questo sia diventato un fenomeno di massa anche in Italia – ha detto Valentina Pontiggia del Politecnico di Milano – Più in generale, a livello globale si registra un aumento del numero di clienti e della frequenza d’acquisto”.

Nel mondo, l’e-commerce oggi vale 2.852 miliardi di euro. Per quanto riguarda i prodotti, dopo i primi mesi di lockdown si assiste ora a un leggero rallentamento dei consumi online a causa della riduzione della disponibilità economica da parte di una larga fetta della popolazione.

I tre principali mercati sono la Cina (1.191 miliardi di euro, +16% nel 2020 rispetto al 2019), gli Stati Uniti (504 miliardi, +18%) e l’Europa (551 miliardi, +18%). In quest’ultima prevale il Regno Unito (93 miliardi, +15%), seguito dalla Germania (68 miliardi, +15%) e dalla Francia (57 miliardi, +17%).

 

I tre trend internazionali del momento

Gli attuali trend nel mondo sono tre:

  • consapevolezza dell’importanza dell’e-commerce;
  • cambiamento di processo per nuovi obblighi e abitudini;
  • crisi di top retailer internazionali e leadership dot.com.

“In questi mesi anche i retailer più restii hanno dato vita a un progetto e-commerce, mentre quelli già online hanno lavorato per potenziarlo – ha proseguito Valentina Pontiggia – Assistiamo a profondi cambiamenti nei processi e nelle operations dell’e-commerce per ridefinire la catena del valore. Dall’inizio della pandemia alcune grandi catene retail sono entrate in crisi, c’è stato un ridimensionamento della rete fisica (si pensi a Zara) e un consolidamento di grandi dot.com come Amazon”.

A questo proposito, Umberto Bertelè del Politecnico di Milano ha sottolineato che Amazon ha avuto in un anno una crescita del 91,1% e se la parte e-commerce è stata importante, sono cresciuti anche servizi come il cloud e lo streaming.

 

Il consumatore è più attento al servizio e al prezzo

Quale è stata l’evoluzione del consumatore durante la pandemia? “È cambiata l’abitudine a essere più digitale, gli italiani hanno oggi un approccio diverso a questo mondo – ha risposto Roberto Liscia di Netcomm – C’è stato un passaggio dai compratori occasionali a quelli digitali anche di prodotti comuni come lo zucchero e la farina, entrati nel paniere online. L’e-commerce è diventato un acquisto ‘normale’ e si registra ora maggiore attenzione al servizio e più sensibilità al prezzo”.

 

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