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30 11 2020

IF! 2020, dieci domande scomode a Giuseppe Sala

L’edizione 2020 di IF! si è conclusa nei giorni scorsi con oltre 12.000 visite registrate sulla pagina IF!Live nelle due giornate di live streaming. L’ultimo incontro dell’evento è stato dedicato alle ormai tradizionali “Dieci domande scomode” di Davide Boscacci del Comitato organizzatore di IF!, questa volta rivolte al sindaco di Milano Giuseppe Sala.

 

Il ruolo dei social network

La prima domanda ha riguardato il video “Milano non si ferma” condiviso da Sala a febbraio, all’inizio della pandemia. “Ho chiesto scusa, in quel momento non si capiva ancora la portata del problema e con il senno di poi si sarebbe dovuto comunicare in modo diverso, ma ora questa cosa va lasciata dietro le spalle – ha risposto il sindaco – L’episodio spiega però come sia delicato l’uso dei social, che oggi sono diventati imprescindibili. È difficile starne fuori e ormai non si possono neanche più chiamare new media”.

Sala ha ricordato come oggi il maggiore quotidiano nazionale venda 200mila copie, mentre l’impatto sui social sia molto più forte. Basti solo pensare che il video con cui si lamentava mesi fa degli assembramenti in zona Navigli ha avuto cinque milioni di visualizzazioni.

 

L’internazionalità di Milano 

Boscacci ha poi sottolineato come in politica oggi spesso manchino idee, visioni. E ha chiesto a Sala di spiegare le sue.

“La mia visione è basata sull’internazionalità di Milano e tra Expo prima e Comune dopo credo di avere lavorato in questa direzione – ha detto Sala – Penso, inoltre, che il successo di Milano non debba essere fino a sé stesso: bisogna sempre coniugare lo sviluppo con la solidarietà. Adesso la città ha avuto una battuta d’arresto per il Covid, ma in prospettiva pensiamo a un altro appuntamento importante: le Olimpiadi con Cortina. Anche portare le Olimpiadi invernali in pianura a Milano credo sia stata un’idea innovativa”.

 

Il sogno di riaprire i Navigli

Boscacci ha infine chiesto a Sala se può raccontare anche degli errori, dei fallimenti. “Non lo considero un errore, ma ho cercato di portare a Milano la sede dell’Ema, l’Agenzia per il farmaco, e non ci sono riuscito, anche se abbiamo perso solo al sorteggio con Amsterdam – ha risposto Sala – C’è poi l’idea non realizzata della riapertura dei Navigli che considero bella, ma bisognerebbe avere a disposizione 500 milioni da investire. Per il momento abbiamo investito in altre iniziative, come la riqualificazione delle periferie, ma resta il sogno di realizzarla”.

 

 

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