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15 06 2021

Demand Generation Lab: the show must be digital

Gli eventi digitali come leva di lead generation. Questo è stato uno dei temi trattati oggi in occasione del Demand Generation Lab, l’evento online che ha sottolineato i diversi aspetti correlati con il boom degli eventi digitali registrato durante la pandemia.

“In un evento digitale le storie dei nostri clienti sono fondamentali, così come lo storytelling – ha spiegato Patrizia Pellegrini di Ibm L’anno scorso è cambiata la prospettiva e abbiamo capito che bisognava accelerare subito puntando su innovazione e vision, che da sempre sono nel nostro Dna”.

 

I sei vantaggi di un evento digitale

Quali sono i vantaggi di un evento digitale? Secondo Carlotta Allegri di Digital 360 soprattutto:

  • lead generation;
  • go global not local (un evento digitale consente di raggiungere un pubblico più ampio);
  • ciclo di vendite più breve (è già un primo tassello del processo di vendita);
  • approccio data driven (la checklist è essenziale per gli obiettivi di performance, per fare delle analisi);
  • interazione con i partecipanti;
  • follow up post-evento (si crea un percorso che parte dall’iscrizione e potenzialmente potrebbe non finire mai).

Per un evento digitale di successo la regola è content is the king. Gli aspetti più importanti sono:

  • contenuti ad alto livello aggiunto, non eccessivamente tecnici, non commerciali;
  • realizzazione di contenuti dell’agenda sulla base di effettive esigenze del tema;
  • panel di relatori di alto profilo.

Come sarà il futuro? “La parola chiave sarà phygital, che riunisce fisico e digitale – ha risposto Patrizia Pellegrini – Bisognerà abbinare i vantaggi di entrambi gli approcci per creare esperienze uniche e di valore. È un nuovo modo di organizzare eventi, ma questa è la strada verso cui bisogna indirizzarsi”.

 

Seo, le fondamenta della strategia b2b di successo

Simone Righini di Digital 360 ha spiegato che Google è pervasivo nelle nostre vite perché fornisce risposte rapide ed esaustive. Le ricerche online seguono gli eventi che avvengono nel mondo fisico e Google decide le priorità con un algoritmo di posizionamento dinamico, che è il segreto del suo successo.

Come sfidare il motore di ricerca? “Gli utenti sono pigri e cliccano quasi sempre sui primi siti che appaiono – ha risposto Righini – Per questo motivo bisogna scalare il motore di ricerca e ottenere più visibilità, tenendo presente che Google valuta i migliori feedback degli utenti”.

 

I tre pilastri di un buon sito

I pilastri di un sito devono essere:

  • contenuto (rilevante, autorevole);
  • aggiornamento (misurare per riscrivere, capire i trend importanti);
  • integrazione (non serve la Seo “fine a sé stessa”, serve la Seo a fianco di tutte le risorse in azienda, dal Ceo fino al copy).

Con la Seo bisogna saper rispondere alle domande gli utenti. Secondo uno studio, si è arrivati al 64% di risposte da query con zero click sui siti perché spesso si trova la risposta già su Google. Il traffico Seo deve quindi stimolare il più possibile una ricerca successiva con approfondimenti e curiosità. Non è più importante la keyword in quanto tale, ma le catene di keyword.

Come scegliere i contenuti per scrivere? “I testi non possono essere solo informativi – ha spiegato Righini – I contenuti devono collegarsi tra loro e devono essere sì soprattutto informativi, ma anche contestuali e in grado di emozionare. L’insieme di questi aspetti, il giusto mix, permette di stimolare l’acquisto di un prodotto”.

 

 

 

 

 

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